“Il Paese è stanco del livello di corruzione ormai raggiunto dalla Pubblica Amministrazione. Se i casi Mose, Expo o di Genova sono la punta dell’iceberg, la gestione della sanità non è da meno, potendo gestire il malaffare anche grazie a una classe di fedeli e di cortigiani piuttosto che di professionisti. Se non apriamo con urgenza la porta alla meritocrazia, c’è il rischio che scoppi presto qualche altro bubbone e, con esso, anche la protesta verso politica e istituzioni”. Lo ha affermato il deputato dei Popolari per l’Italia Gian Luigi Gigli durante lo svolgimento del Question Time sul conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa nelle Asl.
“Dalla risposta del ministro Lorenzin prendiamo atto che ad oggi - ha sottolineato Gigli - i primari continuano ad essere nominati con la vecchia normativa e non con le procedure più trasparenti e meritocratiche previste dal decreto Balduzzi. Lanciamo per questo un grido d’allarme. La sanità occupa oltre metà della spesa delle regioni: una migliore governance delle strutture sanitarie è necessaria anche per recuperare ampi margini di spesa attraverso una gestione del sistema più indipendente dalla politica”.
12 giugno 2014
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