Sto leggendo con interesse i tweet che il mondo della sanità sta trasmettendo al premier Renzi attraverso
Quotidiano Sanità.
Cerchiamo di riassumere i termini delle questioni sollevate e il contesto in cui esse vengono avanzate:
· tagli o non tagli la sanità è chiamata a garantire una riduzione di spesa di una certa entità, che se non sarà reale e se non avverrà in un tempo determinato, farà scattare i tagli lineari da parte del governo,
· tutti i tweet in un modo o nell’altro al contrario chiedono una crescita della spesa cioè di sbloccare quella riconducibile ai contratti ,dirigenza e piante organiche, investimenti.
Il gioco che si è scelto di giocare è il “Patto per la salute”, che per soddisfare tutti dovrebbe soddisfare a tre condizioni:
· che sia a somma zero cioè che alla fine il saldo tra meno spesa e più spesa sia invariante,
· che sia a somma non zero cioè assicuri al governo comunque i risparmi che si aspetta pena i tagli lineari,
· che sia polivalente cioè che destini allo stesso tempo le risorse risparmiate alla sostenibilità del sistema, quindi alle regioni, alla manovra del governo quindi alla qualificazione della spesa pubblica, ai contratti cioè ai lavoratori e ai Lea o all’innovazione quindi ai cittadini .
Il Patto per la salute in sostanza sarebbe chiamato a fare una magia (che forse si spera il “mago” Renzi riuscirà a fare) cioè a conciliare i tanti interessi in campo cercando una sorta di equilibrio di Nash della sanità, cioè un punto in cui il massimo guadagno individuale sia in equilibrio anche con quello collettivo. (John Nash ha dimostrato che ogni gioco finito ad n giocatori ammette almeno un punto di equilibrio in strategie miste).
E’, il Patto per la salute in grado di garantire l’equilibrio di Nash? Purtroppo no e per diverse ragioni:
· dai documenti preparatori per il Patto per la salute sappiamo che si cambia poco, che si vola bassi, che si aggiusteranno due e tre cose marginali (quelle di cui la ministra Lorenzin parla continuamente) ma soprattutto che non saranno aggredite le spese parassite, abusive, gli sprechi e le corruzioni......e questo a parte essere immorale, non permetterà mai di raggiungere l’equilibrio di Nash perché non riuscirà a liberare tutte le risorse che servirebbero per garantirlo (l’equilibrio di Nash ha bisogno per essere fatto di tante ma tante risorse),
· in pratica con il Patto si accetta di risparmiare 10 mld di sprechi come li chiama pudicamente la ministra, in tre anni, sapendo che in sanità vi sono almeno 30 mld di magna magna l’anno e quindi che almeno 20 mld di magna magna sono come tollerati,
· i giocatori di questo Patto quindi sono degli imbroglioni cioè sono l’esatto contrario di quello che auspica Nash, non sono individui “intelligenti ottimisti” ma sono individui “stupidi egoisti” alla ricerca dei più diversi espedienti per auto rifinanziarsi,
· questi giocatori imbroglioni si comportano come compari, non esiste un progetto di riforma della ministra perché la sua linea politica è una estensione di quella di Errani. Al contrario per trovare l’equilibrio di Nash sarebbe necessario che i giocatori non fossero compari, che ci fosse una dialettica tra un progetto di riforma del governo e le proposte delle regioni. Ma la ministra oltre a non avere questo progetto, per quello che si vede, non ha la forza politica per imporre alle regioni le proprie condizioni a meno di non andare dal mago Renzi a chiedere le coperture politiche di cui abbisogna ...ma lo trovo difficile.....anche in questo caso vi è obbligo di progetto.
Insomma questi tweet “
disvelano l’implicito” vale a dire lo scetticismo di chi, come me ed altri, alla fine credono poco nella possibilità del Patto per la salute. Ma allora che fare? Dietro ai tweet che leggo vedo una serie di interessi particolari tutti legittimi (la farmacia, la dirigenza, il contratto, gli investimenti, la prevenzione, ecc.) ma non vedo una
game strategy cioè non vedo qualcosa che ci riunisca tutti per ridiscutere il gioco dal quale oltretutto tutti noi siamo esclusi e che ci fregherà per l’ennesima volta .
In questi giorni mi sono permesso di avanzare alcune proposte: un patto con il lavoro, un nuovo titolo V, cioè altre forme di partecipazione in luogo della non concertazione, soluzioni per combattere alla radice le diseconomie e le anti economie del sistema ma ahimè come spesso mi accade, non ho avuto riscontri....e allora penso tre cose:
· che nelle commedie tutti devono fare la loro parte,
· che probabilmente, se le commedie non cambiano è possibile che la sanità pubblica sia avviata verso “l’esodo” di biblica memoria,
· è possibile quindi che fra non molto pioveranno delle rane per cui sarebbe saggio da parte nostra avere un ombrello robusto a disposizioni.
Amici cari i vostri tweet costano e anche parecchio, se pensate che il mago Renzi, di questi tempi vi darà i soldi che chiedete siete degli illusi, se pensate invece che i soldi vanno trovati e presi dove sono con un progetto di cambiamento e per questo come lavoro siete disposti a fare un patto... in questo caso.... ma solo in questo caso... i maghi sarete voi.
Ivan Cavicchi