Dopo il
voto saltato la scorsa settimana è arrivato oggi il via libera in commissione Affari Sociali per il
Dlgs di recepimento della direttiva sull’assistenza sanitaria transfrontaliera. Nel pomeriggio è riuscita ad ottenere la maggioranza dei voti la
proposta di parere del relatore,
Giovanni Monchiero (ScI) che esprime parere favorevole al testo predisposto dal governo, seppur con alcune condizioni e osservazioni.
La prima delle condizioni riguarda la richiesta di una disposizione volta a precisare che “eventuali danni alla salute derivanti da prestazioni sanitarie transfrontaliere, ancorché preventivamente autorizzate dalle Asl, non possano essere in alcun modo imputati al Servizio sanitario nazionale”.
Si chiede poi di eliminare l’obbligo per i pazienti che intendono beneficiare dell’assistenza transfrontaliera di dover chiedere l’autorizzazione alla propria Asl di competenza. Viene inoltre specificato che, nei casi in cui l'autorizzazione preventiva all'assistenza transfrontaliera sia negata in ragione del fatto che l'assistenza sanitaria richiesta può essere prestata nel territorio nazionale entro un termine “giustificabile dal punto di vista clinico”, tenuto presente lo stato di salute e il probabile decorso della malattia, l'Asl competente è tenuta ad individuare e comunicare al paziente “la specifica struttura sanitaria in grado di erogare la prestazione entro il predetto termine con le garanzie di sicurezza e qualità della prestazione offerta”.
Infine, si chiede al Governo di sostituire o affiancare, ovunque ricorra nel testo, il termine “assicurato” con la parola “assistibile”, “nel rispetto dei principi che regolano il funzionamento del Servizio sanitario nazionale”.
Tra le osservazioni del relatore, si segnala la richiesta al governo di valutare la soppressione del secondo periodo dell'art. 8 comma 8, dove si prevede che il rimborso delle prestazioni richieste all'estero possa subire delle limitazioni, anche circoscritte al territorio di una singola azienda o di una o più regioni.