Interventi di vigilanza realmente efficaci per privilegiare la sicurezza e la salute nei comparti dell’edilizia, dell’agricoltura e di tutti quelli comunque a rischio. Attività di vigilanza che devono rispondere ad una programmazione atta a prevenire malattie e infortuni mortali e gravi. Ed anche a mitigare i rischi legati alle differenze di genere, all’età, con la conseguente insorgenza di malattie muscolo-scheletriche, e alle esposizioni a cancerogeni. Sicurezza e tutela della salute dei lavoratori che passano attraverso l’attivazione di sistemi informativi per la realizzazione di una banca dati.
Sono questi in estrema sintesi gli obiettivi a cui punta la bozza d’Intesa sugli “Indirizzi 2013 fissati dal Comitato ex art. 5 del D.lgs n 81 per la realizzazione nel 2014 di linee comuni delle politiche nazionali e per il coordinamento della vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro” inviata alla Conferenza Unificata.
Un provvedimento che mette nero su bianco le azioni a livello centrale e territoriale da sviluppare per “perseguire linee comuni delle politiche nazionali di prevenzione, assicurare un migliore coordinamento nella programmazione delle azioni di vigilanza, conseguire migliori conoscenze per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con una più funzionale individuazione di priorità di ricerca”.
In particolare il provvedimento stabilisce che una quota non inferiore al 22% dei cantieri edili notificati in ciascuna Regione deve essere oggetto di controllo coordinato da parte degli organi di competenza; mentre per quanto riguarda l’agricoltura, Asl e direzioni territoriali del lavoro (Dtl) dovranno realizzare azoni congiunte nelle aziende dove siano presenti “ambienti confinati” (ad esempio autoclavi per la vinificazione nel settore vitivinicolo) “con particolare riguardo a quelli la cui manutenzione o pulizia sia affidata a terzi, in regime di appalto o simili”.