La Conferenza Stato Regioni ha dato il via libera all’intesa sulla libera professione intramoenia presentata dal ministro della Salute che conferma le indicazioni già previste dalla normativa vigente ma prevede nuove misure per gestire meglio tale attività nell’ambito delle strutture del Ssn.
In sintesi alcuni punti dell'intesa come illustrati in una nota del ministero della Salute:
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la definizione annuale, in sede di contrattazione dei budget o di specifica negoziazione con le strutture aziendali, dei volumi di attività istituzionale dovuti, la definizione di risorse aggiuntive destinate all’attività istituzionale e/o libero professionale a favore dell’azienda, anche con modalità di remunerazione diverse da quelle orarie, ai fini del progressivo conseguimento degli obiettivi di allineamento dei tempi di erogazione delle prestazioni nell'ambito dell'attività istituzionale ai tempi medi di quelle rese in regime di libera professione intramoenia;
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affidamento a personale aziendale, o comunque dall'azienda a ciò destinato, senza ulteriori oneri aggiuntivi, del servizio di prenotazione delle prestazioni libero-professionali, da eseguire con modalità distinte rispetto a quelle istituzionali, al fine di permettere il controllo dei volumi delle prestazioni medesime;
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la definizione delle tariffe per l’attività libero-professionale, d’intesa con i dirigenti interessati, previo accordo in sede di contrattazione collettiva integrativa;
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l’Accordo affida alle Regioni e Provincie Autonome il compito di monitorare lo svolgimento dell’attività libero professionale, avvalendosi del supporto dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Le Regioni e Province Autonome, inoltre, stabiliscono modalità di verifica dell’attività libero professionale allo scopo di monitorare i volumi di attività e di rilevare l’insorgenza di conflitto di interessi o di forme di concorrenza sleale. A tal fine, esse istituiscono tavoli paritetici con le organizzazioni sindacali e con le rappresentanze degli utenti.