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QS Edizioni - sabato 17 agosto 2024

Governo e Parlamento

Sperimentazione animale. Lorenzin: “Purtroppo ancora indispensabile. Ma rispettare gli animali”

immagine 14 gennaio - È necessario sperimentare sulle cavie ma altrettanto necessario rispettarle. Su queste due direttrici, necessità e rispetto, il messaggio di saluto della ministra inviato al convegno "Sperimentazione animale e diritto alla conoscenza e alla salute", organizzato dalla Commissione sanità del Senato.
“Purtroppo la sperimentazione sugli animali è ancora indispensabile, anche se ovviamente vogliamo dimostrare a tutti che viene effettuata solo quando è necessaria e con rispetto per gli animali”. A dirlo la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, nel corso del messaggio di saluto inviato al convegno "Sperimentazione animale e diritto alla conoscenza e alla salute", organizzato dalle senatrici Elena Cattaneo (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) ed Emilia Grazia De Biasi (PD), presidente della commissione Igiene e sanità del Senato.
 
Quello della tutela degli animali utilizzati per scopi scientifici, ha aggiunto il ministro, “è un tema molto sentito dall'opinione pubblica, che al contempo si aspetta dalla scienza risposte sempre più risolutive per migliorare la propria qualità di vita e aumentare longevità e salute”.
 
Sulla stessa linea Elena Cattaneo che ha detto “Come scienziati lavoriamo con una tensione etica forte verso la sperimentazione animale e questo fa parte del nostro dna. I metodi alternativi li sviluppiamo noi, li usiamo ogni giorno in laboratorio e sappiamo benissimo che non sono alternativi ma complementari. Passare da una cellula in vitro o da un computer a un essere umano sarebbe irresponsabile. Per arrivare oggi a scoprire le cause di molte malattie non possiamo fare a meno della sperimentazione animale”.
 
Molti dei relatori intervenuti nel corso del Convegno hanno sostenuto la posizione della senatrice a vita. Tra questi Silvio Garattini, dell'Istituto Mario Negri di Milano, il quale ha sottolineato come “non ha senso pensare di sostituire gli animali con le cellule coltivate. Se già si discute della distanza e delle differenze degli animali rispetto all'uomo, ancor di più lo sono le cellule”. Per poter testare e misurare sintomi e reazioni, come ad esempio il battito cardiaco, le variazioni di pressioni o la diminuzione della memoria, ha proseguito Garattini, “non c’è alternativa allo studio sugli animali. Non ci divertiamo a fare quello che facciamo ma dobbiamo farlo". Isabella De Angelis, ricercatrice dell'Istituto Superiore di Sanita', ha invece posto l'accento su cosa siano davvero i tanto discussi metodi alternativi, chiarendo che non comprendono solo l'utilizzo delle cellule coltivate ma anche un diverso utilizzo degli animali, "con la massima riduzione possibile della sofferenza, con l'obiettivo di una progressiva diminuzione del numero di animali utilizzati e della loro sostituzione in tutte le occasioni possibili".
 
“Il nostro obiettivo – ha detto la presidente della Commissione Sanità De Biasi – è quello di avviare un dibattito equilibrato e proficuo tra parti che non ha senso siano contrapposte”. La De Biasi, riguardo alla polemica in corso tra gli “animalisti” e le istituzioni, a proposito dei termini del recepimento, da parte del Governo italiano, della direttiva europea sulla sperimentazione animale ha aggiunto "La direttiva 2010/63/Ue è molto equilibrata ed è importante che la legislazione italiana si conformi a quella europea, seguendola fino in fondo e mantenendo l'attenzione sulla sicurezza degli animali. Dalla sperimentazione derivano benefici per la salute dei pazienti e la possibilità di salvare delle vite. Ora, si tratta di capire se alcune espressioni della direttiva possono essere migliorate. Ad esempio, nel caso dell'anestesia che se resa obbligatoria in tutti i casi, toglie la possibilità di verificare alcune reazioni. Tutto, sempre nel più ampio rispetto possibile degli animali e ricordando che la legislazione italiana, secondo quanto previsto dalla Costituzione e dai regolamenti, non può essere più restrittiva delle direttive europee che vengono recepite”.
14 gennaio 2014
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