“Il processo di progressivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari è stato stabilito nella precedente legislatura con la legge 17 febbraio 2012, n. 9. A quella legge siamo arrivati dopo un laborioso lavoro svolto dalla Commissione d'inchiesta sul sistema sanitario nazionale che visitò, attraverso la grande responsabilità dei suoi componenti, le sedi dei manicomi criminali e le fotografie che furono scattate in quelle sedi rappresentano una delle più profonde ferite che si siano registrate nella storia della nostra democrazia e della stessa nostra civiltà. Una vergogna, insieme al sovraffollamento carcerario”. Lo dichiara il senatore
Luigi d’Ambrosio Lettieri, capogruppo PdL-FI nella Commissione Igiene e Sanità del Senato, a margine dell’incontro organizzato stamane nella sala Caduti di Nassirya a Palazzo Madama dall’associazione “Stop Opg” che chiede il superamento di queste strutture.
Il capogruppo “forzista” ha poi aggiunto di augurarsi che “la data di chiusura degli Opg, spostata al 1 aprile del 2014 e individuata come termine ultimo per gli adempimenti necessari non venga ulteriormente differita e si effettui, da parte del Ministero, un particolare monitoraggio sulle attività che svolgeranno le Regioni in merito agli aspetti di propria competenza, soprattutto in relazione a quali strutture specializzate alternative ai manicomi accoglieranno i pazienti, ai programmi per la cura ed al loro reinserimento sociale”.
“La Corte costituzionale – ha ricordato d’Ambrosio Lettieri - ha affermato che mai le esigenze di tutela della salute della collettività avrebbero dovuto o potuto giustificare misure tali da recare danno, anziché vantaggio, alla salute dei pazienti. Sulla base di questa considerazione e, soprattutto, sulla base del lavoro svolto dalla Commissione, il
Presidente della Repubblica, nel messaggio di augurio di fine anno 2012, ricordò che
i manicomi criminali sono un autentico orrore, indegno di un Paese appena civile”.
Per il capogruppo di Forza Italia in Commissione Sanità del Senato: “La malattia mentale che in determinati casi può rappresentare un elemento di elevata pericolosità per la sicurezza delle altre persone e della comunità non può giustificare in alcun modo pratiche disumane. E in generale, così come ci ha insegnato il grande Franco Basaglia, la malattia mentale deve trovare strumenti di cura e percorsi di recupero nel pieno rispetto della persona”.
“Per arrivare ad un risultato concreto – ha concluso il senatore - , però, è necessario che davvero ognuno faccia la propria parte e che si mantengano accesi i riflettori su questo problema, così come contribuisce a fare il simbolico, coraggioso e fortemente significativo viaggio di Marco Cavallo in tutta Italia. Il nostro obiettivo è che questa scultura di cartapesta azzurra diventi il simbolo di una guerra vinta. Definitivamente”.