Trovare dopo anni una soluzione, quantomeno dal punto di vista economico, anche se non potrà compensare le afflizioni subite, per le migliaia di persone contagiate da sangue infetto o emoderivati infetti, ancora adesso escluse dall’indennizzo.
Questo l’obiettivo della proposta di legge a prima firma
Marialucia Lorefice, in fase di elaborazione.
Lo dichiarano i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali che ieri hanno incontrato il presidente nazionale e del Lazio della Federazione delle Associazioni Emofilici (Fedemo), rispettivamente
Gabriele Calizzani e
Ottorino Rossi, e l’avvocato
Massimiliano Renzi.
“L’incontro - spiegano i deputati - è stato organizzato proprio allo scopo di discutere e confrontarci circa la definizione di questa proposta di legge, che intende consentire il giusto risarcimento nei confronti dei soggetti danneggiati da sangue infetto o emoderivati. In particolare, si è parlato delle due importanti transazioni tra lo Stato e i malati avvenute nel 2003 e nel 2007, nonché dei circa sette mila contagiati ancora in attesa di riscontri da parte del ministero della Salute”.
“Soprattutto – aggiungono i deputati M5S – , è emersa la necessità di tenere distinte la questione dell’indennizzo, che si limita a un assegno di poche centinaia di euro e previsto dalla legge 210/92, dal risarcimento, dovuto per il danno biologico subito dopo aver accertato il nesso di causalità tra la trasfusione o l’assunzione di emoderivati e il contagio della malattia. Dal risarcimento sono, appunto, ancora adesso esclusi circa settemila soggetti”.
Per questo i deputati intendono “incontrare tutti i soggetti, associazioni o singoli, coinvolti nella vicenda del sangue infetto e interessati ad avere un confronto. Il nostro fine - concludono - è quello di trovare una soluzione per le vittime quantomeno dal punto di vista economico che, sicuramente, non potrà mai compensare le afflizioni subite”.