“La volontà di introdurre, nel nuovo Patto per la salute, il metodo dei costi standard per il finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale è certo un’ottima idea per la standardizzazione dei costi. Ma tanto non basta senza che si introduca, all’interno del sistema, il finanziamento a prestazioni”. A dirlo è il senatore
Vincenzo D’Anna (Pdl), componente della commissione Sanità dell’aula di palazzo Madama.
“In altre parole - prosegue il parlamentare (che è anche leader nazionale di FederLab Italia, l'associazione dei laboratoristi d'analisi) - bisogna finanziare il Sistema sanitario sulla base del numero e della complessità delle prestazioni sanitarie rese all’utenza”. Continuare, infatti “a ripartire il fondo sanitario nazionale sulla base di indici ormai anacronistici (per altro tendenti a favorire le regioni del Nord a discapito di quelle meno abbienti), rischia di inficiare, sul piano della ricaduta della spesa, l’introduzione stessa dei costi standard”.
A questo punto, rilancia D’Anna: “occorrerà chiedersi se il ministro Beatrice Lorenzin vorrà continuare, col nuovo patto della salute, con il vecchio sistema di stampo statalista o vorrà introdurre criteri di parametrazione dell’efficienza, della qualità e del rapporto tra costi e benefici”.
“Tutto il resto - conclude il senatore - sono fumisterie propagandistiche che non serviranno ad arginare il debito sanitario né tantomeno migliorare il sistema sanitario a gestione statale che ancora agisce in regime di monopolio e con pagamento a piè di lista delle prestazioni erogate”.