I tempi per intervenire sulla legge di stabilità da parte delle forze politiche stanno per scadere. Domani alle ore 12, infatti, scade il termine per la presentazione degli emendamenti. Le proposte di modifica giunte al momento in Commissione Bilancio del Senato sono oltre 3000. Per questo, Palazzo Madama, per la prossima settimana, ha deciso di sospendere i lavori dell’Aula in modo da permettere alla Commissione Bilancio di preparare il testo da portare in Assemblea. La Commissione concluderà l’esame del provvedimento in sede referente entro il 15 novembre. Per il 18 è previsto l’inizio la discussione in Aula. Entro il 15 novembre, inoltre, la Commissione europea dovrà fornire un primo parere sulla manovra.
Da quello che trapela dagli ambienti parlamentari le forze politiche stanno lavorando per: intervenire sul blocco degli stipendi tra i lavoratori della pubblica amministrazione e i tagli per il personale all’estero, l’ipotesi di ricorrere al Tfr come garanzia per riuscire a sostenere spese impreviste, un nuovo piano casa e un nuovo taglio della cedolare secca sugli affitti calmierati, già abbassata dal 19% al 15%.
I partiti politici starebbero poi mettendo discussione anche una no tax area per pensioni e redditi da lavoro dipendente, ossia una soglia limite sotto la quale non si pagano tasse, attualmente fissata per i pensionati a 7500 euro e per i dipendenti a 8 mila.
Per quanto riguarda il comparto salute al momento non trapelano voci però la Commissione Igiene e Sanità del Senato fa sapere di aver predisposto un Ordine del Giorno a firma di tutta la Commissione per chiedere al Governo che il Fondo sanitario 2014 salga a 109,9 miliardi.
A dirlo è
Nerina Dirindin, capogruppo PD in commissione, che a
QS spiega: “È necessario che nell'ambito della Legge di Stabilità il Governo definisca, in modo esplicito, il livello di finanziamento alla spesa sanitaria cui concorre lo Stato in modo da garantire la copertura del mancato introito di 2 miliardi derivante dai ticket bocciati con l’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale. In sostanza il fondo sanitario 2014 deve salire a 109,9 miliardi, altrimenti resterà in vigore lo stanziamento di 107,9 miliardi della vecchia legge di stabilità e i conti, le Regioni, dovranno farli con quella cifra non con i 109,9 miliardi promessi”.
“Sul tema- prosegue la senatrice Dirindin - l'impegno del governo è stato ribadito più volte dal ministro Saccomanni e dalla stessa ministro Lorenzin ma non si capisce perché finora non è stato tradotto in una tabella o in una riga nella legge di stabilità che lo sancisca in modo chiaro e senza equivoci. Perché - aggiunge Dindin - una cosa è far rientrare in bilancio qualche decina di milioni di euro, manovre del genere sono prassi in tutte le leggi di bilancio dello Stato, un’altra è aggiustare una posta che vale 2 miliardi di euro".
La preoccupazione espressa dalla senatrice PD è che: "Di fronte a una reale emergenza dei conti pubblici, alla fine anche i più sentiti impegni vengano elusi in nome della stabilità e del rispetto dei bilanci. Non vorrei, ad esempio, che, magari in sede di spending review o addirittura del Patto per la salute (che non ha competenze in materia di determinazione del fabbisogno sanitario da finanziare a carico dello Stato), venisse fuori che quei 2 miliardi in realtà non servono più perché assorbibili da nuove misure di risparmio del comparto sanitario. Naturalmente se tali misure fossero realizzabili senza intaccare i livelli di assistenza ben vengano. Ma allora mi chiedo, se così fosse, perché non dichiararlo alla luce del sole", conclude Nerina Dirindin.