toggle menu
QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Governo e Parlamento

Lorenzin in audizione al Senato: "Sono costruttiva e ottimista. La sanità ce la può fare". Passo indietro sui 4 anni di specializzazione

immagine 22 ottobre - Tagli, Patto per la Salute, trasparenza, ticket, investimenti, cronicità, territorio. Questi i temi principali toccati dalla ministra in Commissione Igiene e Sanità dove è stata audita sulla sostenibilità del Ssn. Per molti versi un intervento “fotocopia” rispetto a quello della scorsa settimana alla Camera. Ma con una "sorpresa": la riduzione di 1 anno delle scuole di specializzazione prevista dal ddl stabilità è da rivedere per non rischiare di andare "fuori dall'UE".
Quello di Beatrice Lorenzin, davanti ai componenti della Commissione Sanità del Senato che l’hanno audita sul tema della sostenibilità del Ssn, è stato un ragionamento costruttivo di lunga veduta. “Mi hanno detto di essere troppo ottimista ma io sono costruttiva, perché siamo in una fase di trasformazione e grazie al lavoro di squadra, regioni, governo e parlamento, possiamo fare grandi cose”. Ha spiegato in conclusione della sua audizione la Ministra.
 
Anche oggi, come la scorsa settimana davanti all’omologa commissione della Camera, stessa audizione sempre sulla sostenibilità del Ssn, Lorenzin ha più volte usato la parola “sfida”, per spiegare la sua iniziativa politica e la sua linea di condotta alla guida della Salute. E il suo intervento alla fine è stato salutato da un coro quasi unanime di consensi per il suo approccio, per quanto sta facendo con le Regioni e per i risultati finora raggiunti.
 
“Queste audizioni – ha spiegato Lorenzin – hanno sensibilizzato i parlamentari che non si occupano di sanità ma prevalentemente di bilanci. Il tema della sostenibilità è diventato in questi mesi centrale nell’agenda del governo e quindi del paese a vario livello. Questa è una conquista che ci permette di lavorare con maggiore serietà e affrontare questioni precise assistendo le trasformazioni in atto nel Ssn”.
 
Fine dei tagli lineari. Ora costi standard
“Dopo 22 miliardi di tagli negli ultimi anni il Ssn non poteva più reggere ulteriori tagli lineari. Il fondo sanitario del 2013 aveva raggiunto il minimo storico. In me c’è la consapevolezza che i tagli lineari del Fsn agiscono sempre sui soliti capitoli di bilancio: la spesa farmaceutica ospedaliera, i dispositivi medici e la gestione dei bilanci ma non sui beni e servizi dove invece ci sono ulteriori margini per intervenire. Ulteriori tagli avrebbero inciso sulla carne viva del sistema”. Attenzione però, per Lorenzin ci sono cose da fare: “La prima tra queste è il Patto per la salute che chiuderemo prima di Natale, poi le riforme necessarie nella programmazione nazionale per superare i limiti sotto gli occhi di tutti a partire dalla riforma del Titolo V.
I costi standard sono stati firmati dal governo e non hanno nulla a che fare con i tagli. Sono una sfida delle regioni che devono attuare presto. Da questo punto di vista si sta lavorando sotto vari aspetti:  le best practice, la riconversione delle piccole strutture i regolamenti ospedalieri, l’applicazione di un sistema di E-health. Tutto questo permette un recupero in termini di risparmi di diversi miliardi che rendono molto più dei tagli paventati. Risparmi da reinvestire per garantire sostenibilità del Sistema in modo da garantire il Ssn da qui ai prossimi 20 anni”.
 
Cronicità
Altra “sfida” illustrata dalla ministra ai senatori è quella della cronicità: “dobbiamo intervenire con la prevenzione e l’assistenza domiciliare. Cose che non risolviamo oggi, ma da qui ai prossimi anni. I sistemi sanitari si programmano nel tempo e si rimodulano poi a seconda delle esigenze. Nel Patto della salute si cominciano a mettere i semi giusti immaginando il territorio in altro modo. In proposito vi dico che chiesto due miliardi a Carlo Trigilia, Ministro per la Coesione territoriale, per le infrastrutture che possono rappresentare un volano economico specie per il sud. Perché la sfida non è solo interregionale ma ormai anche transfrontaliera. In questo senso abbiamo chiesto all’europa maggiori chiarimenti per capire chi paga cosa, perché non tutto è ancora chiaro”.
 
Trasparenza
Torna il tema della trasparenza anche in quest’audizione al Senato. Per Lorenzin è fondamentale. “Fruizione dei dati analogici. Il piano nazionale esiti in questo senso garantisce un accesso diretto alla struttura offrendoci il quadro esatto, non per fare una classifica tra buoni e cattivi ma per intervenire sui problemi prima che questi diventino casi di malasanità".
 
Patto per la salute e personale
Oltre alla riorganizzazione del territorio il Patto per la salute contiene anche delle voci relativamente ai piani di rientro e allo sblocco del turn over.
“È evidente - ha spiegato Lorenzin - che la legge di stabilità non ha toccato il Fondo sanitario nazionale, ma ha prolungato il blocco del turn-over e sappiamo che il comparto soffrirà per questo. Ma se vogliamo affrontare un problema oggettivo in un modo costruttivo e trovare soluzioni in tutti le Regioni, avendo nei prossimi anni un grosso blocco dei pensionamenti ma anche cambiamenti demografici e della medicina, occorre rispondere a richieste diverse rispetto a quelle tradizionali”.
La ministra consapevole dei problemi degli operatori sanitari, in particolare dei medici ha fatto sapere di aver “chiesto ai miei uffici un lavoro sui fabbisogni dei medici, questo ci permetterà di lavorare meglio anche con le scuole di specializzazione”. Perché fare una programmazione dei fabbisogni dei diversi medici specialisti “ci permetterebbe di lavorare meglio con le università e le scuole di specializzazione e di garantire una copertura adeguata, condivisa nei costi. Se sai che ti servono tot specialisti in una branca, in un determinato territorio, cercherai di spingere lì le specializzazioni piuttosto che in altre parti”.
 
Specializzazioni
Sempre sul personale sanitario Lorenzin si è detta convinta, dopo un confronto con la ministra dell’Istruzione Carrozza, che non è possibile ridurre passando da 5 a 4 anni le scuole di specializzazione in area sanitaria.  “Io e il ministro Carrozza – ha detto – già in Cdm abbiamo detto che bisognava correggere la norma nel testo definitivo”. Seguendo le norme Ue per poter utilizzare i titoli all'estero. Quello che si potrà fare è valutare un “diverso impiego degli specializzandi” con “operazioni di accompagnamento”.
 
Il dibattito
Finita l’audizione è iniziato il dibattito con le domande da parte dei senatori sui temi toccati dalla ministra. Patto per la Salute, territorio, liste d’attesa, ticket, stamina e Opg sono stati itemi più stressati dai componenti della Commissione Sanità.
Nei pochi minuti a disposizione Lorenzin ha cercato di rispondere seppur schematicamente a tutti iniziando dalla questione degli Opg. “Il sottosegretario Fadda, il 30 novembre riferirà in Parlamento, ma stiamo andando avanti”.
 
Patto per la salute. “Mi farò carico del coinvolgimento del parlamento, con incontri informali per relazionarvi punto per punto.

Titolo V. “Non è possibile tornare indietro. Ci costerebbe troppo, però si può correggere quello che non funziona, costi standard, selezione dei manager e via dicendo. Questa però è una battaglia parlamentare e non solo del governo. Questa sarà una legislatura costituente”.

Territorio. “Dobbiamo essere in grado di agire, di proporre soluzioni noi altrimenti lo fa il Mef con i commissariamenti”.

Liste d’attesa. “Sono la risultante di una serie di mancanze che vanno dalla cattiva gestione dell’intramoenia, fino alla differenze tre le varie aziende, passando per la mancanza di investimenti”.

Ticket. “Per il momento non sono in agenda. Però con le regioni dobbiamo fare delle proposte, al momento ci sono delle ipotesi sul tavolo ma nessuna decisione è sta presa”.

Tagli. “non ci sono stati non perché va tutto bene, ma perché abbiamo portato i conti e abbiamo fatto capire all’interno del governo che l’impatto negativo sarebbe stato maggiore rispetto ai guadagni, specie sui territori del meridione”. In più ha aggiunto Lorenzin: dobbiamo difendere la manovra in parlamento, la necessità è quella di lavorare ad una riforma del sistema che porterà vantaggi immediati in grado di recuperare miliardi per la sanità”.

Stamina. “Siamo stati asettici. Senza pregiudizi e senza interferenze. Abbiamo promosso la sperimentazione, avviando la procedure. Il risultato del comitato è stato senza appello. Il protocollo non è stato valutato nel merito ma se era in grado di svilupparsi come era stato progettato. E la risposta è stata no. Mancavano anche i presupposti di sicurezza. Mi dispiace per le polemiche che ci sono state e capisco il dolore delle famiglie”. E sulla base dell’esperienza vissuta Lorenzin chiede che il Parlamento faccia “un lavoro di divulgazione scientifica”.
22 ottobre 2013
© QS Edizioni - Riproduzione riservata