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QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Governo e Parlamento

Sport. Il ministero ai genitori: "Fate muovere i vostri figli"

immagine 11 settembre - “Diamoci una mossa”. Questo lo slogan che accompagna la mini-guida online realizzata dal ministero della Salute e dalla Federazione medico sportiva italiana, per aiutare i genitori a contrastare la sedentarietà dei propri figli. Nuoto, pallacanestro, pallavolo e ginnastica gli sport consigliati già dall’infanzia.
I bambini italiani sono sempre più obesi e sedentari. Un allarme lanciato da tempo, ma per passare dalle parole ai fatti, il ministero della Salute ha pubblicato sul proprio portale internet una mini-guida per sollecitare i genitori a indirizzare i proprio figli verso l’attività fisica, aiutandoli anche a scegliere lo sport giusto fin dalla più tenera età e ricordando, comunque, che “il movimento non è solo pratica sportiva. È gioco, attività all’aria aperta, corsa, passeggiata”. Attività, dunque, che i genitori stessi possono svolgere insieme ai propri figli ed è quello che sono chiamati a fare.
 
“A partire dai 6 anni, da quando incomincia la scuola, il bambino può incorrere nel rischio della sedentarietà: le ore trascorse dietro il banco sommate al tempo necessario per lo svolgimento dei compiti a casa e al tempo trascorso davanti a televisione e computer possono impigrire il bambino e condizionarne il benessere e l’equilibrio psicofisico presente e del futuro”, spiega il ministero della Salute ricordando che, anche se negli ultimi tempi la percentuale di bambini in età scolare che pratica attività fisica è in lieve aumento rispetto agli anni precedenti, rimangono alti i numeri che indicano tra i più piccoli il permanere di abitudini alimentari scorrette e di comportamenti sedentari, tanto che nel 2012 era in sovrappeso il 22,2% dei bambini e il 10,6% era obeso.

“Motti latini come ‘mens sana in corpore sano’ racchiudono una verità che ben si applica anche all’infanzia e alla pubertà”, spiega il ministero. “I bambini che svolgono una regolare attività fisica (sport di gruppo o individuali, giochi all’aria aperta, ginnastica), infatti, dimostrano una maggior fiducia nelle proprie possibilità, sono portati a una maggior autostima, alla facilità nei rapporti sociali, a una maggior sopportazione dello stress, e sono in un certo senso più ‘al riparo’ dall’eventuale propensione a disturbi come ansia e depressione. Inoltre, l’esercizio fisico comporta migliore mobilità articolare, tonicità muscolare e corretta postura”.

Tutte ottime ragioni, dunque, per fa praticare attività fisica ai propri figli. Attività che i genitori non devono solo consentire, ma proporre e sollecitare anche là dove i figli si rivelino più pigri o meno portati. Inoltre, sottolinea il ministero, “è bene non demoralizzare il bambino che presenta una qualche patologia cronica e non privarlo della possibilità di praticare un’attività sportiva”, anche se, “in presenza di patologie croniche (cardiopatie congenite, asma, fibrosi cistica, insufficienza renale, diabete) è necessario verificare preventivamente all’inizio di un qualsiasi allenamento le condizioni fisiche del soggetto mediante esami clinici e strumentali (tra i quali prove da sforzo, ecocardiogramma, registrazione dinamica del ritmo cardiaco o della pressione arteriosa)”.

Ma quali sono gli sport più adatti ai bambini? “I genitori che desiderano per il proprio bambino una determinata attività sportiva possono proporgliela ma l’ideale, secondo gli esperti dell’età evolutiva, sarebbe che i genitori facessero sperimentare al figlio che frequenta il primo triennio della scuola elementare diverse discipline così da far scegliere lo stesso interessato sulla base delle proprie preferenze, abilità e caratteristiche cliniche e morfo-funzionali”, spiega il ministero. Che però avverte: “Naturalmente è opportuno non esagerare con le ore di allenamento settimanali (ad esempio sarebbe preferibile non superare le 2-4 ore alla settimana per i bambini fino ai 10-12 anni”.

“I pediatri – si legge ancora sulle pagine del portale ministeriale - consigliano di far imparare a nuotare ai bambini già nella primissima infanzia (in età prescolare), essendo il nuoto uno sport completo e che si presta a essere praticato fin da piccoli poiché l’acqua è per il bambino il mezzo più naturale e congeniale”.
In generale, fino ai 7-8 anni sarebbe opportuno che il bambino praticasse attività quali atletica leggera (marcia, corse, salti, lanci), nuoto, ginnastica. Attività, cioè, complete e che coinvolgono in maniera bilanciata i diversi apparati. Oppure, nel caso di sport "asimmetrici" come la scherma, il tennis, il tiro con l’arco o di attività che sollecitano in modo particolare la schiena (ad esempio la danza e la ginnastica artistica), sarebbe indicata l’associazione con una pratica in grado di "compensare" e ridistribuire l’impegno.

Gli sport che si possono consigliare per prevenire o correggere atteggiamenti viziati o anomali della postura in età evolutiva (detti "paramorfismi" muscolo-scheletrici come, ad esempio, spalle spioventi, lieve scoliosi, dorso curvo, iperlordosi lombare, piede piatto) sono:
•    nuoto
•    pallacanestro
•    pallavolo
•    ginnastica (attività di base propedeutica per tutte le discipline sportive).

Inoltre, spiega il ministero, “le discipline sportive collettive sono in genere apprezzate dai bambini dai 7-8 anni in poi (calcio, pallavolo, pallacanestro, pallanuoto e i meno comuni, per i giovanissimi, rugby, pallamano, hockey) in quanto riescono a coniugare con l’impegno atletico l’aspetto ludico e lo spirito di squadra, cioè la collaborazione al fine di conseguire un risultato”.
Al contrario, gli sport individuali (ginnastica, sci, nuoto, ciclismo, canottaggio, scherma, arti marziali eccetera) richiedono la capacità di resistere alla fatica, la capacità di concentrazione, il senso di responsabilità. Potrebbero dunque non essere indicati per tutti i bambini.

“Aiutare un bambino nella scelta di uno sport comporta la capacità di orientarlo tra discipline che possono essere più o meno affini alle sue caratteristiche caratteriali e fisiche”, spiega il ministero. “Il genitore dovrebbe insomma avere presenti l’indole del piccolo, i suoi gusti e le sue potenzialità piuttosto che sognare per il figlio uno sport preciso, suggerito magari dalla moda o dalle conoscenze”. E in ogni caso, i genitore deve ricordare di “non caricare il piccolo di aspettative, aspettandosi che diventi un fuoriclasse e accumuli medaglie e vittorie: lo sport, qualsiasi esso sia, aiuta il bambino a crescere in salute e armonia e a sviluppare rispetto per se stesso e per gli altri ed è questo il risultato più importante”.
11 settembre 2013
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