Acquisire elementi di conoscenza sullo stato programmatico, organizzativo ed erogativo del Servizio sanitario nazionale, in relazione alla disponibilità di risorse per salvaguardare, con interventi mirati ad ottimizzare il sistema, la sostenibilità del servizio che deve contenere e garantire i principi di universalità, solidarietà ed equità: è questo, in sintesi, l’obiettivo della realizzazione dell’indagine conoscitiva sul servizio sanitario nazionale, autorizzata nella12ª Commissione Igiene e sanità di Palazzo Madama dal presidente del Senato.
“Studiare unastrategia di riforma del sistema si rende assolutamente necessario”, afferma il sen. d’Ambrosio Lettieri, capogruppo del PdL in Commissione Sanità, “Per farlo dobbiamo avere a nostra disposizione un quadro dettagliato e reale della situazione che contempli diversi aspetti. Negli ultimi anni il dibattito sulla sostenibilità del Ssn è tornato al centro dell’attenzione di istituzioni, enti di ricerca, industria, parti sociali e politica. La ripresa dell’interesse è in gran parte legata alle difficoltà della finanza pubblica che sembrano mettere in dubbio la capacità del nostro Paese di preservare un sistema destinato a svolgere un ruolo sempre più rilevante in termini di risorse assorbite, oltre che ovviamente di risultati raggiunti quanto a miglioramento dello stato di salute della popolazione”.
D’Ambrosio Lettieri sottolinea come “la crisi economica globale sta mettendo a dura prova il Ssn – universale, solidale e globale – proprio in un momento in cui la letteratura scientifica e gli organismi internazionali indicano le coperture universalistiche come uno dei più potenti acceleratori dell’uguaglianza sociale e del miglioramento del benessere delle nostre società. Non a caso l’OMS incoraggia incessantemente i singoli Paesi a sviluppare sistemi di finanziamento della sanità capaci di istituire o salvaguardare una copertura universale, in grado di consentire alle persone di accedere ai servizi di cui hanno bisogno senza incorrere in gravi problemi economici e senza rischiare conseguenze finanziarie disastrose”.
“Dal punto di vista strettamente economico”, continua, “il dibattito sulla sostenibilità del Ssn è affrontato normalmente con riguardo alla compatibilità della dinamica della spesa sanitaria pubblica rispetto agli obiettivi di finanza pubblica, definiti anche a livello europeo, sicuramente rilevanti in una fase caratterizzata da impegnativi obiettivi di risanamento, ma limitativi rispetto alle esigenze di conoscenza e valutazione delle dinamiche in atto e delle conseguenti decisioni di politica di tutela della salute da adottare. Il sistema non può infatti rischiare di essere reso sostenibile dal punto di vista delle finanze pubbliche a prescindere da ogni considerazione circa i possibili effetti sui bilanci delle famiglie (per le spese sopportate direttamente dai cittadini), sulle persone a rischio di povertà (per i costi delle cure, elevati e imprevedibili), sulle condizioni di salute della popolazione (per il mancato o ritardato accesso a servizi sanitari tempestivi ed efficaci)”.
“Ferma restando, dunque, l’importanza dell’aspetto legato alla finanza pubblica”, spiega il senatore del PdL, “è evidente la necessità di integrare la visione con ulteriori e diversi punti di vista (economico in senso ampio, ma anche socio-culturale, ambientale, intergenerazionale, politico) in modo da rendere meno parziale il giudizio sulla sostenibilità complessiva del sistema sanitario: i servizi devono essere modellati solo sulla disponibilità di risorse”.
“L’ottica della sostenibilità della spesa è in ogni caso da affrontare con riguardo ai livelli e alla dinamica, passata e programmatica, della spesa sanitaria pubblica”, stigmatizza, “in particolare alla luce delle recenti manovre di finanza pubblica che hanno previsto tagli consistenti ai fondi per il Ssn dell’ordine di oltre mezzo punto di Pil nell’arco di pochi anni (su un Pil che – purtroppo - non cresce). A tali riduzioni si aggiunge il quasi totale azzeramento dei fondi statali per il sistema integrato di servizi e prestazioni sociali (per le politiche a favore dell’infanzia, dei giovani, delle famiglie, delle fragilità, delle povertà, della disabilità, ecc.), che nel 2012 sono stati ridotti a circa un decimo di quelli stanziati nel 2008, in un contesto in cui le incertezze nel processo di attuazione del federalismo fiscale rendono impraticabile qualunque integrazione delle risorse da parte dei livelli decentrati di governo”.
“Con riguardo alla spesa sanitaria, a fronte di una spesa totale nettamente inferiore a quella dei paesi con livello di sviluppo simile al nostro (9,3% del Pil nel 2010 contro l’11,6% di Francia e Germania)”, conclude d’Ambrosio Lettieri, “negli ultimi anni la spesa pubblica si è mantenuta su livelli sostanzialmente stabili in valori nominali, intorno ai 110-111 miliardi di euro, con conseguenti importanti ricadute positive in termini di risanamento dei conti pubblici, ma anche con rilevanti ricadute negative in termini di servizi erogati alle persone più fragili (soprattutto sul socio-sanitario) e di progressiva demotivazione degli operatori (sui quali ricadono condizioni di lavoro sempre più gravose e precarie)”.
Nell’ambito dell’indagine conoscitiva, la Commissione ascolterà i rappresentanti di: Ministeri della Salute, dell’Economia e del Lavoro, Conferenza delle regioni e delle province autonome, Agenas, Aziende sanitarie e IRRCS, Corte dei Conti, Commissione europea, OCSE, OMS, ANCI, Istat, CNR, Censis, Aifa, ISS, Ordini e collegi professionali, associazioni di categoria, cittadinanza attiva TDM, Associazioni di pazienti e familiari, Università, Banca d’Italia, Farmindustria, Società scientifiche, Assobiomedica, Assogenerici, ANIA e gruppi assicurativi internazionali.