In Italia i casi di Epatite A hanno registrato un incremento, in base a quanto riscontrato attraverso le notifiche di malattia infettiva ed il sistema di sorveglianza Seieva. Lo comunica una circolare del ministero della Salute.
Dai dati è emerso, negli ultimi mesi, un importante incremento, rispetto agli anni precedenti, dei casi di epatite A in Italia. In particolare, su 16 regioni che hanno trasmesso dati aggiornati al 20 maggio 2013, risulta un incremento delle notifiche di Epatite A pari al 70% nel periodo marzo-maggio 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012. “In relazione a ciò è necessario rafforzare – sottolinea la circolare - la sorveglianza dell’Epatite virale A ed avviare indagini sul territorio nazionale finalizzate ad identificare sia l’esistenza di possibili casi autoctoni correlati che, eventualmente, le potenziali fonti”.
La circolare sottolinea, inoltre, che nell’aprile 2013 sono stati segnalati tramite il Sistema di Epidemic Intelligence di informazione per le malattie trasmesse da alimenti e acqua (EPIS-FWD) ed il sistema di Allerta rapida della Commissione Europea (EWRS) due cluster internazionali di Epatite A, il primo che coinvolgeva pazienti dei Paesi Nord- Europei (cluster presumibilmente legato al consumo di frutti di bosco congelati di importazione extra-EU), il secondo turisti di rientro dall’Egitto.
E proprio per via dell’aumento dei casi che il ministero ha ribadito i criteri clinici utili a definire un caso di Epatite A sotto il profilo clinico, di laboratorio ed epidemiologico. La circolare sottolinea poi che tutti i casi di Epatite A devono essere segnalati con le modalità di notifica previste dal D.M. 15 dicembre 1990 per le malattie della Classe II.
“Tuttavia – avverte la circolare - alla luce della particolare situazione in atto (epidemia in turisti di ritorno dall’Egitto, epidemia dei Paesi del nord Europa legata al probabile consumo di frutti di bosco surgelati, epidemia in turisti stranieri che hanno soggiornato in Nord Italia, recente incremento dei casi di epatite A rilevato in molte regioni italiane), fino al 31 luglio 2013, le segnalazioni dei nuovi casi, nonché di eventuali focolai epidemici della malattia, devono essere segnalate tempestivamente al ministero e all’Istituto Superiore di Sanità, entro 48 ore dalla conferma, per poter immediatamente provvedere ad attivare indagini di epidemiologia analitica, al fine di determinare la fonte dell’infezione e, in collaborazione con la D.G. Igiene e Sicurezza Alimenti e Nutrizione, ottemperare alle comunicazioni nell’ambito delle reti di allerta europee”.