Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Federterme
Chiediamo di semplificare l’accesso alle cure e rafforzare la ricerca scientifica termale
Il Ddl presentato dal Ministro Fazio è un buon passo avanti in quanto già da tempo si sentiva la necessità di un riordino della legge 323/2000 del settore termale. Testo normativo che è stato di grande utilità per il settore perché ha consentito al sistema (pubblico e privato) di muoversi all’interno di norme condivise e aggiornate, con un forte e rinnovato radicamento nella medicina e nella ricerca scientifica termale. Alcune norme, però, non hanno trovato attuazione e bisogna rimuovere i ritardi e gli ostacoli che si sono presentati, perché ne rimangono validi i principi ispiratori, e ciò vale soprattutto per la formazione di operatori termali di qualità.
Il sistema si trova oggi ad affrontare una domanda nuova di cure e benessere termale, a rispondere a nuove esigenze di medicina termale sul territorio ma anche a nuove opportunità di crescita per l’attrattività del turismo termale.
Bisogna prevedere l’ampliamento delle finalità della legge, predisponendo anche interventi per lo sviluppo economico sociale e non solo turistico e provvedimenti di incentivazione e sostegno rivolti a tutti gli operatori di filiera. Alcune delle nostre proposte riguardano la semplificazione delle regole per l’apertura e l’esercizio degli stabilimenti termali e per l’esercizio delle attività di servizio eventualmente connesse (es. estetica, medicina e piccoli interventi di chirurgia estetica, riabilitazione, etc.). Poi ci attendiamo una semplificazione per l’erogazione delle cure termali in sinergia con il rafforzamento del ruolo della ricerca scientifica termale. Dovrebbero poi essere adottati interventi per la formazione degli specialisti in medicina termale e per la qualifica di operatore termale come dovrebbero essere introdotte delle agevolazioni fiscali per gli interventi di miglioramento delle strutture.