La possibilità di vedere presto un nuovo Governo è sfumata nella notte quando i dati definitivi hanno mostrato un Parlamento senza maggioranza assoluta a nessuno dei contendenti. Alla fine questo il quadro, secondo i dati ancora del Ministero dell'Interno:
CAMERA
1) Centro sinistra: 29,54% dei voti, con 345 seggi (compresi 5 dal voto all'estero)
2) Centro destra: 29,18% dei voti, con 125 seggi (compreso 1 dal voto all'estero)
3) Movimento 5 Stelle: 25,55% dei voti, con 109 seggi (compreso 1 dal voto all'estero)
4) Coalizione Monti: 10,56% dei voti, con 47 seggi (compresi 2 dal voto all'estero)
SENATO
1) Centro sinistra: 31,63% dei voti, con 124 seggi (compresi 6 seggi dei collegi uninominali guadagnati in Trentino Alto Adige e 1 in Valle d'Aosta e 4 dal voto all'estero)
2) Centro destra: 30,72% dei voti, con 117 seggi (compreso 1 seggio uninomale conquistato in Trentino Alto Adige)
3) Movimento 5 Stelle: 23,79% dei voti, con 54 seggi
4) Coalizione Monti: 9,13% dei voti, con 19 seggi (compreso 1 dal voto all'estero)
Il Centro sinistra ha quindi la maggioranza assoluta alla Camera, grazie al premio di maggioranza. Ed è in vantaggio anche al Senato dove ottiene 7 seggi in più grazie ai premi di maggioranza regionali e al voto all'estero. Ma in ogni caso nessuno avrà la maggioranza assoluta di Palazzo Madama senza alleanze con i poli concorrenti.
Non c'è dubbio però che il vero vincitore "politico" sia il Movimento 5 Stelle che raggiunge la soglia del 25% dei voti superando tutte le previsioni della vigilia e diventando il primo partto e il terzo "polo" sia alla Camera che al Senato dove porterà in tutto 162 parlamentari. Dall'altra parte il vero sconfitto è Mario Monti che si attesta sul 10% dei voti risultando sostanzialmente ininfluente nel determinare una maggioranza al Senato come sembrava accreditato di poter fare secondo i sondaggi pre elettorali. Per non parlare di Rivoluzione Civile e Fli che non superano le soglie di sbarramento nè alla Camera nè al Senato e non ottengono quindi nessun parlamentare. Indubbia infine la tenuta di Berlusconi che resta il secondo polo a pochi voti di distanza dalla coalizione di Bersani che, a sua volta, non può certo gioire per il risultato ottenuto e la perdita di regioni date per certe come la Campania e la Puglia, con un risultato finale in termini di voti assai deludente rispetto ai sondaggi pre elettorali.
Lo scenario che si apre sembra quindi essere quello di una totale ingovernabilità, a meno di alleanze (tutte da verificare) tra centro destra, centro sinistra e Monti. O tra questi (Pd e Sel) in primo luogo e il Movimento di Beppe Grillo. Altra ipotesi di scuola, quella di un governo di "minoranza" che trovi sostegno in Parlamento su un programma per fare poche cose e poi tornare al voto, oppure quella che resti ancora Monti con l'attuale governo fino a prossime elezioni.
Nonostante nessuno sembri volerla, l’ipotesi di tornare alle urne resta però sempre possibile ma anche in questo caso ci si chiede se il Parlamento frastagliato che emerge da questo voto sarà in grado di fare una nuova legge elettorale oppure se, ancora una volta, sarà il “porcellum” a dettare le regole di una nuova tornata elettorale.