“Superare una norma ingiusta e penalizzante per le aziende del comparto biomedicale, salvaguardando al contempo la tenuta dei conti della sanità regionale”. Questo l’obiettivo della
proposta di legge per l’abolizione “retroattiva” del meccanismo del payback per le aziende produttrici e di commercializzazione di dispositivi medici che i deputati del Pd
Stefano Vaccari e
Andrea De Maria hanno depositato alla Camera. A spiegarlo su Facebook è lo stesso Vaccari.
Nel testo, infatti, si chiede non solo l'abolizione delle disposizioni sul payback contenute nella legge 6 agosto 2015, n. 125, ma anche di incrementare il Fondo sanitario nazionale di 7 miliardi di euro per l’anno 2025 e di 1 miliardo a decorrere dall'anno 2026. Attraverso questa iniezione di risorse, le Regioni avrebbero modo di “far fronte ai mancati introiti” derivanti dall'abolizione del payback. In fondo, per Vaccari, “si tratta di garantire le risorse al SSN nel modo giusto: anche da questo punto di vista il PD ha indicato la strada, con la proposta di legge Schlein, che chiede di garantire alla sanità un finanziamento certo pari al 7,5% del PIL”
La proposta, spiega ancora il deputato attraverso il social, “è la risposta, attraverso gli strumenti parlamentari, delle numerose e veementi sollecitazioni in tal senso giunte sia dalla associazioni di categoria che tutelano le aziende di un settore ad alto valore aggiunto, sia in termini di innovazione tecnologica che di profili occupazionali, sia
della Regione Emilia-Romagna”.
Vaccari chiede “al Governo, ai colleghi di opposizione e maggioranza di sostenere la proposta, visto che a parole si sono dichiarati tutti d’accordo, e di fare tutto il possibile per velocizzare l’iter della proposta: in caso contrario, rischierebbe di essere l’ennesimo colpo a un comparto di assoluta eccellenza, tra i cui poli di maggior rilievo c’è, non dimentichiamolo, il Distretto biomedicale di Mirandola”.