Governo e Parlamento
Decreto liste d’attesa. Federsanità: “Necessario lavorare su appropriatezza prescrittiva e domanda di salute”
“Nell’accogliere con favore il provvedimento che prova ad affrontare il problema delle liste di attesa, introducendo nuove soluzioni e rafforzando alcuni principi, è necessario, sottolineare tre aspetti più generali e di metodo dei quali si ritiene sia necessario tener conto nei prossimi provvedimenti legislativi, direttamente collegati al decreto legge recante “Misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie”.
Cosi Fabrizio d’Alba, Presidente nazionale di Federsanità e Dg dell’AOU Policlinico Umberto I di Roma, in audizione questa mattina presso la X Commissione del Senato, in merito al ddl 1161 (dl 73/2024 - liste di attesa).
“La riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni ambulatoriali certamente passa attraverso iniziative di ottimizzazione della struttura dell'offerta e di incremento del numero delle stesse. Lavorare, però, esclusivamente sul potenziamento dell'offerta senza parallelamente avviare iniziative finalizzate al perseguimento dell'appropriatezza prescrittiva espone il sistema al “rischio” di una crescita della domanda non collegata ai reali bisogni sanitari dei cittadini determinando un incremento di spesa per il sistema sanitario nazionale a fronte di nessun miglioramento dello Stato di salute dei cittadini stessi. Non lavorare sul versante della corretta qualificazione della domanda – ha sottolineato il Presidente d’Alba- espone peraltro “al rischio" che i due principali attori di tale processo, ovvero i cittadini ed i professionisti della salute, non siano “sollecitati”, i primi ad un “uso responsabile” della risorsa pubblica ed i secondi a avere o mantenere una costante tensione nel perseguimento degli obiettivi di appropriatezza prescrittiva”.
Per quanto più strettamente riferito a tutte le previsioni collegate ai sistemi di misurazione di risultati e performance nonché ad attività di vigilanza e controllo è necessario, secondo Federsanità, che preliminarmente si sottolinei come debbano essere distinte due fattispecie:
1. I comportamenti “opportunistici” dei soggetti erogatori relativi in particolare alla messa a disposizione delle agende di prenotazione e più in generale della programmazione delle attività ambulatoriali (da sanzionare);
2. Il mancato rispetto dei tempi massimi che potrebbe dipendere da fatti esogeni alle regioni, alle strutture ed ai professionisti (da non sanzionare).
“Un ulteriore elemento di criticità di carattere generale – ha detto d’Alba - è che nel decreto la gestione delle attività ambulatoriali, con particolare riferimento alla gestione delle agende e delle liste d'attesa, sia considerata in maniera autonoma come se fosse indipendente e svincolata, sotto il versante operativo, dalle altre attività e servizi garantiti di cui agli altri setting assistenziali”.