Il 12 aprile, la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Salute hanno depositato al Tar dell'Emilia Romagna un ricorso contro la Regione Emilia Romagna, e in particolare contro la direzione sanitaria Salute della persona, per chiedere l'annullamento delle delibere di giunta che davano attuazione al suicidio medicalmente assistito nella Regione.
Le motivazioni, riportate nelle oltre 20 pagine del documento, evidenziano la carenza assoluta di potere dell’ente di viale Aldo Moro in merito al tema, e la contraddittorietà e l’illogicità delle motivazioni introdotte nelle linee guida inviate alle aziende sanitarie per la gestione del suicidio medicalmente assistito.
La consigliera regionale di Forza Italia,
Valentina Castaldini, esprime soddisfazione: "Sono molto contenta che il governo, con questo atto formale, confermi e rafforzi il lavoro di questi mesi, che mi ha portato a depositare un analogo ricorso lo scorso marzo. L’esecutivo ha ritenuto che la strada del ricorso che ho aperto fosse quella corretta e che ci fossero tutti gli estremi per annullare le delibere, come ho sempre sostenuto".
Lo scorso febbraio, la giunta regionale aveva approvato due delibere per l’accesso al fine vita, e inviato alle aziende sanitarie le linee guida per la gestione delle richieste di suicidio medicalmente assistito. Fin da subito, Castaldini aveva puntato il dito contro l’eccesso di potere perpetrato dalla giunta Bonaccini, che così facendo eludeva di fatto la discussione (e il voto) in Assemblea legislativa, per evitare di spaccare il gruppo del Partito democratico. Da qui, il ricorso al Tribunale amministrativo emiliano romagnolo da parte della consigliera Castaldini: "Speriamo che non sia stato già deciso tutto, e che venga data voce in maniera democratica, con un dibattito vero e rigoroso, sia a chi è contro sia a chi è favorevole", aveva dichiarato Castaldini.
E ora, la strada del ricorso al Tar è stata intrapresa anche dal governo. Un fronte unito contro un modo di operare del tutto discutibile. "La soddisfazione è amplificata dal fatto che il fronte di coloro che ritengono che il modo di procedere della Regione sia giuridicamente discutibile e politicamente scorretto si allarga e arriva fino alla massima istituzione del governo. Questo rafforza una battaglia che non è solo giuridica, ma anche di difesa dei principi etici e democratici fondamentali", conclude Castaldini.