Governo e Parlamento
Addio ai test di Medicina? Si va verso una delega al governo per il superamento del numero chiuso, ma con accesso programmato. E intanto per quest’anno torna il concorsone
di Giovanni RodriquezAddio ai Tolc per l'ingresso alle facoltà di Medicina. Il meccanismo, che aveva debuttato appena un anno fa, è stato di fatto già superato dai ricorsi degli studenti accolti nei tribunali. E così quest'anno ci sarà un ritorno al passato con un test che si svolgerà in due giornate contemporaneamente in tutti gli atenei: il 28 maggio e il 30 luglio. Ci sarà un maggior numero di quesiti e potranno accedere solo gli studenti del quinto anno delle superiori. Ma è ormai imminente una 'rivoluzione' organica nel sistema di selezione.
La commissione Cultura al Senato sta da tempo esaminando una serie di disegni di legge che puntano a riformare i meccanismi di accesso ai corsi di laurea in Medicina. L'idea di fondo è prevedere un periodo 'filtro' che regoli l'ingresso. In sostanza, quindi, gli studenti potranno accedere liberamente a corsi accademici di Medicina (o facoltà attinenti) e, successivamente, sarà il superamento di un determinato numero di esami caratterizzanti a stabilire la possibilità di iscrizione o meno alla facoltà. Il progetto avrà bisogno della definizione di una serie di dettagli tecnici. Si dovrà decidere il numero minimo e la tipologia di esami da dover superare per l'accesso, oltre alla possibilità o meno di mantenere un test nazionale. Per questo, secondo quanto si apprende, l'orientamento è quello di attribuire una delega al governo per dare specificazione alla riforma che sarebbe definita dal ministero dell'Università e della ricerca guidato da Anna Maria Bernini.
Già oggi, però, possiamo anticipare alcuni punti chiave della prossima riforma.
Superamento del numero chiuso, accesso programmato. Si proseguirà nell'apertura sostenibile dell'accesso, aumentando gradualmente il numero di iscritti, in continuità con quanto fatto negli ultimi anni. Quanto al mantenimento di un accesso programmato, questa di fatto è un'esigenza sottolineata dalla quasi totalità degli stakeholder auditi in commissione. Del resto, anche sotto il profilo economico, un'apertura indiscriminata genererebbe un fabbisogno finanziario di 2 miliardi l'anno per il solo adeguamento delle strutture e della didattica.
Tutela della qualità della formazione e garanzia dei finanziamenti. Se da una parte si ritiene che il Paese abbia la necessità di formare un maggior numero di medici, dall'altra si pone l'accento sul mantenimento di un alto livello di standard riguardo la qualità della loro formazione. Anche per questo il progressivo allargamento degli accessi è stato accompagnato da un maggior finanziamento (23 milioni di euro) destinato esclusivamente alle facoltà di Medicina.
No perdite di tempo per gli studenti. I crediti raggiunti durante il periodo 'filtro' potranno essere valorizzati in eventuali altri corsi, diversi da Medicina, scelti successivamente da quegli studenti che non riusciranno a superare la selezione. Per questo viene considerato “improprio” definire il periodo filtro come ‘modello francese’, considerato troppo lungo e inefficiente.
Valorizzazione dell'elemento vocazionale e stop al mercimonio della formazione extra accademica. L'obiettivo del periodo filtro è anche quello di incanalare la formazione su binari pubblici e di qualità riconosciuta, ponendo fine alla miriade di corsi privati. Tutti gli studenti saranno messi nelle stesse condizioni di partenza. Saranno fortemente valorizzati, invece, gli aspetti vocazionali degli studenti e quelli legati all'orientamento.
Giovanni Rodriquez