C'era tempo fino a ieri, 15 novembre 2012, per stipulare il Patto per la Salute 2013-2015 tra Governo e Regioni. Come è noto questa data era l'ennesima proroga del Patto previsto in prima battuta (decreto Tremonti del 2011) entro aprile 2012. Poi una prima proroga al 31 luglio e infine, con la
spending review di Monti, al 15 novembre.
La mancata sigla dell'accordo comporterà l'applicazione senza mediazioni delle Regioni di tutte le misure di contenimento della spesa del Ssn. Sia quelle del decreto Tremonti (anch'esso prevedeva una possibile mediazione delle misure da concordare con le Regioni in sede di Patto per la Salute), che quelle successive del Governo Monti, a valere dal 2013 in poi.
Tra queste, i tagli ai beni e servizi, ai posti letto ospedalieri e alle prestazioni acquistate dal privato accreditato (specialistica e ospedaliera). Tutte misure che si aggiungono a quelle del
luglio 2011 (ancora beni e servizi, tetto dispositivi medici, farmaci, ticket, per i quali servirà comunque una nuova norma attuativa dopo la sentenza della
Corte Costituzionale che ha bloccato il regolamento) per un totale di 13 miliardi di euro nel biennio 2012/2014.
Va detto, a questo punto, che in una recente intervista al
Sole 24 ore sanità, il ministro Balduzzi si è dichiarato ancora possibilista: "Farò di tutto fino all'ultimo giorno del mio mandato perché il Patto possa esserci". Aggiungendo però: "Ma non posso imporre al mio interlocutore di firmarlo. Se non ci sarà le responsabilità le avranno sia il livello regionale che quello nazionale".