Governo e Parlamento
Inceneritore Porto Marghera. Ministero Salute: “Con Regione garantiremo assenza di ricadute negative sulla salute dei cittadini”
Sul progetto di un inceneritore nella zona del porto di Marghera "il Ministero non distoglierà l'attenzione dal tema in esame, garantendo – in stretta collaborazione con la regione Veneto – che l'impianto, ad oggi in fase di valutazione, non abbia ricadute negative sulla salute dei cittadini della stessa regione".
Ad assicurarlo è stato ieri il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, rispondendo in Commissione Affari Sociali alla Camera all'interrogazione sul tema presentata da Luana Zanella (Avs).
Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Gemmato.
"Con riferimento al quesito posto dagli interroganti, ho provveduto ad acquisire i necessari elementi dalla regione Veneto.
Dall'istruttoria è emerso che già dalla fine dell'anno scorso la regione ha avviato la fase di verifica – sulla realizzazione e sull'esercizio del progetto – dell'istanza proposta dalla società ENIREWIND SpA per l'attivazione del procedimento per il rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) per un impianto di valorizzazione fanghi da depurazione civile da realizzarsi presso il sito di Porto Marghera (VE).
Ad oggi è in corso di svolgimento il vaglio di competenza del Comitato Tecnico Regionale per la Valutazione di impatto ambientale (VIA), quale organo tecnico istruttorio indipendente e deputato all'espressione del parere regionale in ordine alla compatibilità ambientale dei progetti sottoposti a VIA in ambito regionale.
Detto Comitato ha ritenuto di acquisire una serie di approfondimenti e ulteriori analisi rispetto allo studio di impatto ambientale presentato, con particolare riferimento alla stima degli impatti emissivi, allo studio del traffico indotto dall'impianto, agli aspetti sanitari che caratterizzano l'intervento e al relativo monitoraggio ambientale.
Con riferimento al tema PFAS (perfluorinated alkylated substances – sostanze perfluoroalchiliche), è stata richiesta una disamina degli studi bibliografici e dei dati di letteratura, anche avvalendosi di dati ed esiti di sperimentazioni in corso.
A livello generale, preme rilevare che, per quanto concerne i limiti di emissione dell'impianto, la normativa attualmente vigente sulle autorizzazioni degli impianti di trattamento dei rifiuti, ivi compresi gli impianti di incenerimento e coincenerimento dei rifiuti, (di recepimento a livello nazionale delle normative comunitarie), stabilisce che le autorizzazioni, ed i conseguenti controlli sul funzionamento, si fondano sull'adozione delle migliori tecniche disponibili o (BAT – Best Available Technology) come disposto dall'articolo 29-bis del decreto legislativo 152 del 2006.
Si tratta di soluzioni tecniche impiantistiche, gestionali e di controllo che interessano le fasi di progetto, costruzione, manutenzione, esercizio e chiusura di un impianto/installazione e sono finalizzate ad evitare, o qualora non sia possibile, a ridurre le emissioni nell'aria, nell'acqua, nel suolo, oltre alla produzione dei rifiuti.
Le BAT vengono periodicamente aggiornate in funzione delle innovazioni e dei progressi tecnologici raggiunti. I documenti di riferimento, finalizzati a rendere diffusa la conoscenza sulle BAT disponibili, i cosiddetti BAT reference documents (BRefs), sono predisposti a livello europeo e sono specifici per le varie tipologie di attività produttive. Riportano, in particolare, i livelli di emissione e di consumo, le tecniche considerate per la determinazione delle migliori tecniche disponibili, nonché le conclusioni sulle BAT (BAT conclusion). Entro 4 anni dall'uscita delle BAT conclusion le autorizzazioni devono essere, se necessario, aggiornate dalle competenti autorità e le installazioni adeguate.
Con il recepimento nell'ordinamento italiano della Direttiva 2010/75/UE, i valori limite di emissione e tutte le altre condizioni dell'autorizzazione vengono dunque stabilite sulla base delle citate conclusioni sulle BAT emanate ed in continuo aggiornamento attraverso lo strumento delle «Decisioni» dall'Unione Europea.
Tanto premesso, concludo assicurando che il Ministero non distoglierà l'attenzione dal tema in esame, garantendo – in stretta collaborazione con la regione Veneto – che l'impianto, ad oggi in fase di valutazione, non abbia ricadute negative sulla salute dei cittadini della stessa regione".
Luana Zanella (Avs), replicando, dichiara di non potersi ritenere soddisfatta della risposta, rilevando che tale esito poteva considerarsi scontato visto che la fonte alla base della stessa è costituita dalle informazioni fornite dalla regione Veneto. Pone in evidenza che la contaminazione da PFAS riguarda molte aree del Paese e rappresenta un fenomeno di estrema gravità. Ribadisce che lo smaltimento tramite inceneritori di 190.000 tonnellate annue di fanghi di depurazione non può non avere gravi conseguenze per l'ambiente circostante, posto che non sono ancora disponibili tecnologie in grado di scongiurare totalmente rischi relativi alla tutela della salute e del territorio.