Arrivano le stime del ministero della Salute sul ridimensionamento dei posti letto in Italia derivanti dalla riduzione dal 3,82 al 3,7 della media italiani di posti letto per mille abitanti (di cui 0,7 deve essere dedicato a riabilitazione e lungo-degenti e i restanti 3 per gli acuti), come stabilito dalla Spending review. Il taglio previsto è di “almeno 7.389 unità”, in base all’attuazione dello
schema di regolamento sulla “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, inviato alla Conferenza Stato-Regioni dal ministro della Salute Renato Balduzzi di concerto con il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli e che indica il metodo di calcolo per la riduzione delle Unità operative complesse e la riconversione delle strutture ospedaliere.
Secondo i dati inediti diffusi oggi dal ministero della Salute, in pratica, si passerebbe dai 231.707 posti letti (3,82 ogni mille abitanti) censiti in Italia al 1° gennaio 2012 a 224.318 (3,7 ogni mille abitanti). Di questi 181.879 dovranno essere per acuti (-14.043) e fino a 42.438 per post- acuti (+ 6635). Al 1° gennaio 2012, i posti per acuti erano 195.922 per acuti (3,23 ogni mille abitanti) e 35.785 quelli per post-acuti (0,59).
Un ridimensionamento inferiore rispetto a quanto temuto, anche se occorre tenere conto nel 2009 i posti letto erano 251.023 e quindi i posti letto tagliati in poco più di tre anni saranno, nei fatti, circa 27.000 (vedi speciale di
Quotidiano Sanità).
Ma i calcoli del ministero della Salute non tengono conto del lungo periodo, concentrandosi invece solo sui posti letto che le Regioni che ad oggi presentano un numero di posti letto superiore a quello previsto dai nuovi standard dovranno prepararsi a chiudere attraverso la riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera prevista dal Regolamento (
vedi dati Regione per Regione). “Laddove, invece, il numero dei posti letto attuali fosse inferiore – spiega la nota del ministero -, le Regioni avranno la facoltà di aumentarli fino alla soglia indicata dal Regolamento”.
“I calcoli – sottolinea il ministero - si basano sulla popolazione generale di ogni Regione pesata e corretta in base alla percentuale di anziani e ai flussi di mobilità ospedaliera tra Regioni. Il correttivo tiene conto del fatto che alcune Regioni registrano una mobilità attiva, in quanto i propri ospedali attraggono pazienti residenti altrove”.
In particolare, in cinque Regioni (Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Emilia Romagna, Lazio e Molise) si riscontrerà una diminuzione dei posti letto di entrambe le tipologie. L’Umbria è l’unica Regione che potrà aumentare i posti letto in entrambe le tipologie. In Piemonte diminuiranno i posti per post-acuti e potranno aumentare quelli per acuti. Le Regioni rimanenti (Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) al contrario potranno aumentare i posti per post-acuti e dovranno diminuire quelli per acuti. In sei di queste Regioni (Liguria, Toscana, Abruzzo, Campagna, Puglia e Sicilia) il numero dei posti letto, per effetto del gioco dei saldi, potrà complessivamente aumentare.