Governo e Parlamento
Giornata della salute mentale. M5S: “C’è ancora tanto da fare, serve cambio di passo”
“Oggi si celebra la Giornata mondiale della salute mentale e non possiamo fare a meno di sottolineare che nel nostro Paese c’è ancora tantissimo da fare. A partire dallo stanziamento di risorse adeguate, dal momento che in Italia viviamo in un regime di costante sottofinanziamento e ci attestiamo intorno al 3% del Fondo sanitario nazionale. Secondo gli studi indipendenti, i Paesi ad alto reddito come l’Italia dovrebbero arrivare al 10% e noi crediamo che non si possa mai scendere al di sotto del 5% del Fsn, perché è necessario investire in maniera sistemica sul benessere psicologico delle persone. Allo stesso modo, dobbiamo garantire un contenimento dei costi, diretti e indiretti, che derivano dal disagio psicologico, così come è necessario lavorare per ridurre le disuguaglianze che inevitabilmente si vengono a creare. Va poi monitorato lo stato di attuazione del Piano d’azione nazionale salute mentale nelle Regioni, vigilando sulla congruità tra quanto programmato e quanto poi attuato”.
Lo scrivono in una nota congiunta Senatori e Deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali.
“Crediamo anche che sia fondamentale adottare la figura dello psicologo di base – proseguono i Parlamentari M5S –, in modo da sostenere e integrare l’azione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Esiste una proposta di legge del Movimento 5 Stelle, partiamo da quella. Così come abbiamo già depositato una pdl anche sul servizio di supporto psicologico nelle scuole, perché pensiamo siano necessari punti d’ascolto in ogni istituto per accompagnare e sostenere il percorso di apprendimento dei nostri ragazzi. Desta grande preoccupazione, infine, la situazione legata al bonus psicologo, un ausilio importantissimo e molto apprezzato, soprattutto dai più giovani. Una misura approvata in maniera bipartisan, sulla quale questo governo non sembra puntare particolarmente. Da un lato, infatti, c’è il taglio alle risorse visto nella prima legge di Bilancio targata Meloni e dall’altro la difficoltà per i cittadini di accedere alle risorse. Nel 2022, solo una richiesta su dieci è andata in porto, quest’anno tutto sembra ancora bloccato. Insomma, sulla salute mentale, in Italia, servirebbe un deciso cambio di passo”, concludono i Parlamentari M5S.