Governo e Parlamento
Quartini (M5S): “La sanità non è una priorità per questo Governo. Ssn verso baratro”
“L’articolo 32 della Costituzione tutela la salute come diritto fondamentale e il nostro Servizio sanitario nazionale si basa sui principi di universalità, uguaglianza ed equità. Il dovere dello Stato è quindi di finanziare e sostenere economicamente la sanità, garantendo così la salute dell’intera collettività. Le condizioni di fragilità economica e lo stato di salute sono profondamente legati e l’aspettativa di vita aumenta in modo evidente con l’aumentare della ricchezza media. Le misure di contrasto alla povertà sono quindi essenziali per assicurare lo stato di salute della popolazione, a partire da Reddito di Cittadinanza e salario minimo. Noi crediamo che sia doveroso rivolgerci a dei cittadini, con i loro diritti e doveri, e non a dei pazienti da curare, peraltro troppo spesso mercificati come clienti a cui erogare servizi.
Pensiamo che sia necessario promuovere e proteggere la salute intesa come completo benessere, piuttosto che l’assenza di malattia, e che sia ineludibile considerare la spesa in salute non come un costo ma come un vero e proprio investimento per l’intero sistema Paese. Il nostro Ssn è in credito con il bilancio dello Stato di ben 37 miliardi, ma già dalla prima manovra del governo Meloni la spesa sanitaria è tornata a contrarsi. Una tendenza che purtroppo è stata confermata quest’anno. L’irrisorio aumento della spesa sanitaria nel prossimo triennio non basterà nemmeno a coprire l’aumento dei prezzi. Questi dati confermano quindi che la difesa della sanità pubblica non è una priorità per questa maggioranza. Dove vuole portare il Ssn? A quale baratro, a quale collasso?”.
Lo scrive in una nota Andrea Quartini, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali alla Camera, intervenuto questa mattina in Aula a Montecitorio illustrando la mozione a sua prima firma sulla tutela della salute pubblica.
“Il decrescere dell’incidenza sul Pil della spesa sanitaria è un elemento preoccupante – prosegue Quartini –, perché si traduce in meno salute e pone il nostro Paese al di sotto della media dei Paesi Ocse e dell'accettabilità, con inevitabili ripercussioni su qualità ed efficacia dell’assistenza sanitaria e sull’aspettativa di vita dei cittadini. Noi, al contrario, siamo convinti che la spesa sanitaria in rapporto al PIL non possa mai scendere al di sotto della media europea, che noi abbiamo raggiunto e superato con il governo Conte II. Occorre restituire centralità e unitarietà al Ssn, riformando il Titolo V della Costituzione, superando l’attuale frammentazione, escludendo categoricamente l’autonomia differenziata per la sanità e superando la sperequazione esistente sul territorio nazionale. Dobbiamo eliminare il tetto alla spesa per le assunzioni, liberando il personale sanitario dall’incremento dei carichi di lavoro e dagli insostenibili turni straordinari e dalla precarietà.
Bisogna procedere immediatamente al riassorbimento delle liste d’attesa e alla limitazione del ricorso all’intramoenia. Il Ssn deve erogare le prestazioni e non acquistarle: le stime rilevano che in Italia la sanità privata vale complessivamente 90 miliardi, cioè più di quella pubblica. Va implementata l’offerta di posti letto ospedalieri, che ci vede ben al di sotto della media europea, va fatto un grande sforzo in termini di prevenzione e dobbiamo agire sull’assistenza territoriale e sulla carenza dei medici di famiglia perché in prospettiva corriamo il rischio che 25 milioni di italiani possano rimanere senza assistenza. Dobbiamo garantire la tutela della salute mentale dei cittadini e il rispetto dei diritti delle donne sulla legge 194. È necessario dotarci di un’azienda farmaceutica pubblica e rescindere il legame tra le nomine dei dirigenti della sanità e la politica. Insomma, occorre un intervento coordinato e organico sulle colonne portanti del nostro Ssn, che vada a incidere sulle tante criticità che la nostra sanità pubblica deve affrontare ogni giorno”, conclude Quartini.