Governo e Parlamento
Guariti per la medicina, non per la legge, per le banche o gli istituti assicurativi. È la corsa a ostacoli affrontata dagli oltre 900mila italiani che sono guariti da una patologia oncologica
“Ammalarsi di tumore è una delle cose peggiori che possano capitare nella vita. Ma il tumore non è più una condanna a morte. C’è un dopo. E lo Stato italiano dovrebbe consentirci di viverlo”. Sono le parole di Carolina Marconi a testimoniare questa ingiustizia tutta italiana durante la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge sull’oblio oncologico, di cui Maria Elena Boschi è prima firmataria.
Dall’incontro con la showgirl italovenezuelana è nato l’impegno di Boschi a presentare all’inizio della legislatura, una proposta per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche. Una legge trasversale “perché l’importante è raggiungere il risultato, non mettere bandierine di partito. Un lavoro condiviso – spiega la deputata di Italia Viva - per arrivare a un testo unico che probabilmente già domani potremo depositare in Commissione. Abbiamo presentato una proposta di legge per superare una ingiustizia. Oggi chi guarisce da un tumore, e la scienza ci dice che passato un certo numero di anni è guarito a tutti gli effetti, subisce ancora delle discriminazioni quando chiede un mutuo in banca, o deve stipulare una polizza sulla vita, una assicurazione".
Una proposta trasversale, che ha viaggiato nell’iter parlamentare come iniziativa bipartisan: “Fa piacere trovare in parlamento argomenti sui quali riusciamo a lavorare tutti insieme come parlamentari appartenenti a diversi gruppi politici”, ha spiegato in conferenza stampa la deputata leghista Vanessa Cattoi. Le ha fatto eco la parlamentare di Forza Italia Cristina Rossello: “Crediamo e sentiamo questo tema in tanti e la proposta di Maria Elena Boschi, cui vanno aggiunte le varie proposte avanzate in modo trasversale, vanno appoggiate con convinzione”.
Perché “il diritto all’oblio oncologico riguarda davvero tante persone – sottolinea il deputato Dem Lorenzo Guerini -. Una norma di civiltà che tra l’altro metterebbe l’Italia sulla scia di altri Paesi europei che già hanno affrontato questo tema così sentito e delicato”.
Una legge è stata infatti adottata già da Francia, Portogallo, Belgio, Olanda, Lussemburgo e Spagna dopo l’invito del Parlamento europeo ad adottare entro il 2025 norme in materia. “A noi – ha spiegato Boschi - piacerebbe che in Italia fosse anticipata questa scadenza e prima della fine di quest'anno riuscire ad approvare sia alla Camera che al Senato un testo condiviso in modo ampio”.
Perché il tumore non è una condanna a morte e “la malattia è occasione di ripartenza”. A sottolinearlo è chi, come il direttore Uoc Chirurgia senologica della Fondazione Policlinico Gemelli Riccardo Masetti, è dalla parte della scienza. Oggi non resta che sanare in fretta una odiosa discriminazione fondata su pregiudizi e non su reali dati scientifici. E “Il riconoscimento del diritto all’ oblio oncologico – ha sottolineato il deputato Dieter Steger - rappresenta la condizione essenziale per il ritorno a una vita dignitosa”. Il Parlamento, con questa proposta di legge, sembra pronto a mettersi al fianco delle cittadine e dei cittadini affinché un vero nuovo inizio sia un diritto di tutti.