Governo e Parlamento
Pronto soccorso. Schillaci: “Per fermare sovraffollamento stiamo costruendo vere Case della Comunità”
“Il sovraffollamento dei pronto soccorso è il sintomo di una malattia più grande, che possiamo fermare solo attraverso azioni concrete e strutturali. Da 10 anni, escludendo il periodo COVID, il definanziamento del sistema sanitario nazionale e, soprattutto, la mancanza di una visione organizzativa hanno impoverito il concetto di salute pubblica. Se oltre il 70 per cento degli accessi nei pronto soccorso è definito codice bianco o verde, ossia non urgente, significa che i cittadini hanno perso punti di riferimento territoriali e si riversano negli ospedali, dove l'attenzione è focalizzata verso le urgenze. Proprio per questo la medicina territoriale sarà potenziata. Il PNRR stanzia fondi per le opere infrastrutturali. Noi stiamo lavorando per rendere questi luoghi delle vere case della comunità a cui rivolgersi per servizi sanitari, lo ribadisco, con la collaborazione delle regioni, in particolare quelle virtuose che, ad esempio, hanno già stanziato i fondi del Milleproroghe per abbattere le liste d'attesa. La strada che stiamo intraprendendo ci sembra quella giusta, senza promettere miracoli irrealizzabili, senza alimentare cooperative e senza distogliere risorse al sistema pubblico, a cui ha pensato ampiamente qualcuno nel passato”. È quanto ha affermato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci rispondendo ad un’interrogazione di Fratelli d’Italia sui problemi dei servizi di Emergenza-Urgenza.
L’intervento integrale del Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Si sta facendo finalmente qualcosa. Quando questo Governo si è insediato, e ho avuto l'onore di iniziare ad occuparmi del Servizio sanitario nazionale, ho trovato una sanità ingolfata e piena di contraddizioni.
Durante la pandemia, i medici italiani si sono distinti per impegno e abnegazione. Li abbiamo chiamati eroi, senza però renderci abbastanza conto delle loro grida di dolore per gli orari insostenibili a fronte di compensi inadeguati. Ci siamo attivati subito, ma questa volta senza pensare ad un ennesimo rattoppo. Dobbiamo ribadirlo, il sovraffollamento dei pronto soccorso è il sintomo di una malattia più grande, che possiamo fermare solo attraverso azioni concrete e strutturali. Da subito, con l'ultimo decreto-legge, n. 34, abbiamo innalzato i compensi per i medici che lavorano in emergenza-urgenza da 60 a 100 euro lordi, abbiamo disposto aumenti per gli infermieri e anticipato l'indennità di pronto soccorso senza attendere il 2024. Prevediamo poi assunzioni anche senza specializzazione diretta e contratti libero professionali per gli specializzandi. Sostenere economicamente la professione medica è fondamentale per riconoscere davvero quegli eroi che si occupano quotidianamente del valore più importante: la nostra salute. Abbiamo, però, anche disposto norme più dure contro la violenza negli ospedali, perché esercitare una professione non può mai diventare un rischio per chi lo fa.
Mi faccia, però, concludere con la questione del sovraffollamento. Da 10 anni, escludendo il periodo COVID, il definanziamento del sistema sanitario nazionale e, soprattutto, la mancanza di una visione organizzativa hanno impoverito il concetto di salute pubblica. Se oltre il 70 per cento degli accessi nei pronto soccorso è definito codice bianco o verde, ossia non urgente, significa che i cittadini hanno perso punti di riferimento territoriali e si riversano negli ospedali, dove l'attenzione è focalizzata verso le urgenze. Proprio per questo la medicina territoriale sarà potenziata. Il PNRR stanzia fondi per le opere infrastrutturali. Noi stiamo lavorando per rendere questi luoghi delle vere case della comunità a cui rivolgersi per servizi sanitari, lo ribadisco, con la collaborazione delle regioni, in particolare quelle virtuose che, ad esempio, hanno già stanziato i fondi del Milleproroghe per abbattere le liste d'attesa. La strada che stiamo intraprendendo ci sembra quella giusta, senza promettere miracoli irrealizzabili, senza alimentare cooperative e senza distogliere risorse al sistema pubblico, a cui ha pensato ampiamente qualcuno nel passato.
Sinteticamente, passo ad elencare in modo sistematico le nuove misure introdotte nel citato decreto n. 34. Per la carenza del personale medico e infermieristico, l'articolo 11 conferisce alle aziende e agli enti del Servizio sanitario nazionale la facoltà di ricorrere a prestazioni aggiuntive, la cui tariffa può essere aumentata; inoltre, con la medesima disposizione si anticipa al 1° giugno 2023 l'indennità per chi lavora in pronto soccorso. L'articolo 12 prevede specifiche misure per il personale dei servizi di emergenza-urgenza e consente, fino al 31 dicembre 2025, ai medici che hanno maturato un'esperienza con contratti di lavoro flessibile nell'ambito dei servizi di urgenza, ancorché non in possesso del diploma di specializzazione, di poter accedere alle procedure concorsuali. Parallelamente, si è inteso consentire in via sperimentale ai medici in formazione specialistica, in deroga alle incompatibilità previste, su base volontaria, al di fuori dell'orario dedicato alla formazione, ulteriori attività libero professionali.
Inoltre, la disposizione in questione ha previsto la possibilità per il predetto personale di avere un pensionamento anticipato e di essere ammesso, previa autorizzazione dell'azienda, al rapporto di lavoro ad impegno orario ridotto. Inoltre, con l'articolo 14, abbiamo consentito alle aziende di assumere, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, con orario a tempo parziale, gli specializzandi, dal terzo anno, del corso di formazione specialistica.
Infine, con riferimento agli episodi di violenza nei confronti del personale sanitario, ritengo di ribadire che abbiamo innalzato i limiti edittali della pena stabilita per il reato di lesioni personali.
La replica di Chiara Colosimo (FDI). Grazie davvero, Ministro Schillaci. Grazie davvero al Governo Meloni. Lo voglio dire chiaramente ad alta voce, a nome non solo del gruppo Fratelli d'Italia, ma di tutto il personale del Servizio sanitario nazionale: il cambio di passo c'è e si vede. C'è e si vede perché io tante volte ho raccontato le storie vere di pazienti che hanno subìto delle vere e proprie odissee nei nostri pronto soccorso. Ma allo stesso tempo c'è e si vede perché noi sappiamo che, dietro a quelle storie, ci sono tante altre storie, quelle che le trasmissioni televisive non raccontano, quelle che noi abbiamo il dovere di difendere. Le trasmissioni non ci dicono quello che il nostro personale tutti i giorni fa e di cui ci rende orgogliosi.
A quel personale sanitario - che lei, meglio di tutti, Ministro, conosce e difende - noi abbiamo dato le prime risposte, perché a chi, in queste ore e in questi mesi, ci spiega come trattare il Servizio sanitario nazionale noi ricordiamo i dati. Dati incontrovertibili: più 1,5 per cento di finanziamento nei prossimi 2 anni per il Servizio sanitario nazionale. Un cambio di passo netto rispetto ai 6 anni precedenti al COVID. Dati incontrovertibili, quando nel Milleproroghe andiamo ad inserire i soldi per il taglio delle liste d'attesa nelle regioni. Dati incontrovertibili, che lei ci ha ricordato, quelli del cosiddetto decreto Energie con cui finalmente andiamo a dare il giusto tributo ai medici che si occupano di emergenza, agli specializzandi che si mettono a servizio e agli infermieri che fanno gli straordinari.
Sì, siamo molto orgogliosi di voler inasprire quelle pene, perché noi sappiamo - e siamo contenti che sia così - che la nostra Costituzione ci dice che le cure devono essere universalmente accessibili. Per farlo, abbiamo bisogno che quel personale sanitario sia orgoglioso di farlo per tutti. Con voi e con questo Governo lo facciamo e lo faremo, per dare le giuste risposte a chi ha fatto della professione sanitaria una missione.