Governo e Parlamento
Nutrizione. Schillaci e Lollobrigida: “No a cibi sintetici e Nutriscore, ma insegnare la cultura della sana alimentazione fin dalle scuole”
Nella tre giorni dedicata alla nutrizione sono emerse “criticità, ma anche proposte che hanno portato ad una sintesi di 10 azioni da mettere in campo per rendere la nostra nazione, i cittadini, più consapevoli ed informati, i Servizi di Nutrizione clinica e preventiva maggiormente pronti a dare risposte adeguate superando disomogeneità e diseguaglianze. Tra i 10 punti, un no chiaro ai cibi sintetici”. Lo ha sottolineato il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenendo oggi a conclusione della Conferenza nazionale sulla prevenzione al dicastero. “Possiamo considerare il decalogo sulla nutrizione - ha aggiunto - un risultato importante di un percorso che oggi non termina, ma credo inizi, con un metodo di lavoro che abbiamo improntato all'intersettorialità e alla sinergia”.
“La prevenzione è fondamentale per una nazione longeva come la nostra. Le malattie cronico degenerative hanno un impatto economico e sociale. Riteniamo sia un argomento importante, proprio per questo abbiamo aperto un tavolo insieme al ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, all'Istruzione Valditara, al ministro dello Sport Abodi” – ha precisato il Ministro per cui è “fondamentale insegnare, sin dalle scuole elementari, un corretto stile di vita, Questo vuol dire sport, sana alimentazione, capire l'importanza della prevenzione e delle norme sanitarie basilari. Ieri abbiamo avuto la prima riunione - specifica ancora il ministro -. L'investimento fatto oggi, forte e con chiarezza, da questo governo darà i suoi frutti, magari tra qualche anno, ma saranno frutti importanti”.
“Obesità, diabete mellito e malnutrizione sono prevenibili e la nutrizione gioca un ruolo determinante per la loro prevenzione – ha detto Schillaci -. E’ emerso chiaramente dai dibattiti di questi giorni come sia fondamentale potenziare l’alfabetizzazione sanitaria, a cominciare dai più piccoli: se è vero che un bambino di 2 anni obeso sarà un adulto obeso, educare alla sana alimentazione i più piccoli significa preservarli da malattie croniche, consentire un risparmio per il servizio sanitario nazionale e avviare il servizio sanitario nazionale e gli italiani lo a una vita più lunga e più sana, come vogliamo fortemente fare”.
“Abbiamo parlato di Dieta mediterranea italiana – ha precisato -, un patrimonio della nostra terra che dobbiamo recuperare, valorizzare e tramandare, rappresentando il modello alimentare più salutare per eccellenza. Una stretta aderenza alla Dieta Mediterranea Italiana è, infatti, associata alla riduzione della mortalità complessiva di quasi il 10%; della mortalità per patologia cardiovascolare (10%), per tumore (-6%), malattie di Parkinson (-13%) e Alzheimer (-13%). Per contro la non adesione alla dieta mediterranea, con abitudine al fumo e vita sedentaria, riduce l’aspettativa di vita di quasi 5 anni in venti anni e più di 10 anni in quarant’anni”.
A proposito della possibilità di effettuare campagne mediatiche ha aggiunto: “Credo che, oltre alle campagne mediatiche che vanno fatte in maniera adeguata ai bambini, è importante entrare nelle scuole con messaggi chiari e con spiegazioni adatte ai destinatari di quell'età. Investire sugli adulti di domani, e tramandare corretti stili di vita insegnando cose semplici come non sprecare acqua, è un investimento che ci sta molto a cuore e che questo governo si impegna a portare a termine”.
Proprio sull'insegnamento dell'ora di nutrizione il ministro Schillaci era più volte tornato dall'inizio del suo mandato. “Bisognerà trovare un'ora non solo di nutrizione, ma di corretti stili di vita, dove la nutrizione è un punto fondamentale ma insieme all'importanza dello sport e di altre norme educazionali. È giusto che i cittadini di oggi sappiano come devono mangiare e come si devono comportare nei confronti del mondo che li circonda, noi abbiamo tutta la volontà di riuscirci. Noi abbiamo la dieta mediterranea, che io definisco italiana-mediterranea, e abbiamo ricercatori di qualità che sono eccellenti. Avendo prodotti di qualità e ricercatori di qualità, sono sicuro che troveremo la giusta dieta per tutti”
Dal punto di vista della corretta alimentazione, “la comunicazione può esser un avversario se non ben utilizzata”. Perché il rischio è che “laddove non c'è la famiglia che insegna a mangiare, si impara a farlo dalle serie Tv e da Tiktok e questi sono condizionati da interessi economici. Il ruolo dello Stato deve quindi mettere nella condizione i cittadini di scegliere, conoscendo”. Ha detto il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida.
Un ragionamento va fatto sui termini: “Si parla sempre - ha detto - di consumatori, ma questo pone l'accento sul consumare e non sul decidere”. Mentre noi “prima che consumare, scegliamo”. E per “mettere le persone nelle condizioni di scegliere, la scienza è fondamentale” così come “la scuola, che deve supplire nell'assenza in molte famiglie di strumenti per riconoscere cosa fa bene e cosa fa male”. Il cibo, quindi, ha concluso, “è il nostro carburante, ma è essenziale la corretta informazione”. Per questo, ha aggiunto, è “giusto e normale che all'interno di un governo i ministeri che si occupano di agricoltura e sanità dialoghino, come si sta ora facendo”.
Toccato anche il tema del costo del cibo. “Non possiamo affrontare la crescita demografica immaginando un mondo in cui i ricchi continueranno a mangiare bene e i poveri continueranno a mangiare cibo spazzatura. Non è allarmismo, lo vediamo già in alcuni paesi, come gli Stati Uniti, nostri grandi alleati e grande potenza economica: nei negozi si vende cibo di élite per i ricchi e cibo spazzatura per i poveri. Credo che una `superpotenza della qualità´ come l'Italia possa spiegare loro come si può pensare un diverso modello di sviluppo”, più orientato “alla salute e al benessere”.
“Nei supermercati - ha aggiunto - vediamo cibi iper trasformati, la cui produzione è delocalizzata e si arriva alla standardizzazione del prodotto, che è uguale ovunque, più facile da distribuire, con costi di produzione abbattuti e la possibilità di accentrare la produzione nelle mani di pochi”. Ci sono però “strumenti per informare correttamente le persone e per far loro scegliere bene. Uno di questi è una corretta comunicazione”.
E poi sul nutriscore che “ è pericolosissimo. È un'etichettatura condizionante che non garantisce una corretta informazione, noi invece vogliamo lavorare su un'etichettatura che consenta la giusta informazione su quanto cibo si possa assumere avendone un beneficio e quanto invece metta a rischio la salute. Diffonderò oggi una tabella, che ho visto questa mattina a un convegno di cardiologi, dove nella fascia verde ci sono cibi che farebbero rabbrividire qualsiasi persona che segue la buona alimentazione e, in quella rossa, pasta, olio, parmigiano e tutto ciò che ci ha reso un modello di vita lunga e sana”.
No anche all’etichettatura del vino: “Stiamo contrastando, insieme ad altre nazioni, un modello che stigmatizza un prodotto in una nazione in cui quel prodotto non viene realizzato, e tenta non di spiegare e informare correttamente sui problemi dell'abuso, che va sempre contrastato, ma invece stigmatizza il prodotto chiudendo, di fatto, all'ingresso in quel mercato di quel prodotto, a nostro avviso in violazione dei trattati europei. Ricorreremo in tutte le sedi per arginare questo tipo di soluzione, che non è una soluzione per la salute degli irlandesi ed è un danno per le nostre imprese e per la fruizione, da parte anche del pubblico irlandese, di un prodotto di qualità come il vino assunto in giuste quantità”-