Governo e Parlamento
Schillaci: “Sanità è stata definanziata negli ultimi 10 anni ma c’è anche un problema organizzativo e i medici sono pagati troppo poco”. E su Medicina: “Aumentare gli iscritti”
“C'è una carenza di personale in termini assoluti dice il ministro e credo che negli anni passati aver ridotto l'accesso alle facoltà di medicina sia stato un errore. Ma soprattutto mancano figure specialistiche in alcune discipline. Bisogna rimediare. Mi viene da pensare che forse il problema principale sia che i medici del sistema sanitario nazionale sono pagati troppo poco”. È quanto ha sottolineato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci in un’intervista a Il Mattino.
“Per affrontare la gobba pensionistica a cui andiamo incontro. Dobbiamo aumentare il numero di iscritti nelle università. E dobbiamo farlo subito, perché se oggi facciamo entrare più gente a medicina i risultati li vedremo molto dopo”, ha precisato il Ministro che ha affrontato anche il tema delle aggressioni: “Stiamo mappando gli ospedali in cui si sono registrate più aggressioni e in settimana avremo i dati. Il ministro dell'Interno Piantedosi ha scelto giustamente di partire dalle grandi città: da Roma, Napoli e Milano”.
Ma il Ministro vuole anche puntare sulla formazione dei medici e degli infermieri impegnati in prima linea: “La formazione degli operatori va rinnovata, si può imparare a migliorare la comunicazione con i pazienti. Fermo restando che in molti casi i sanitari sono semplicemente vittime di atti delinquenziali, di comportamenti inqualificabili. Sapere come comportarsi può aiutare, ma fino a un certo punto”.
E poi sulle risorse dopo anche l’appello delle Regioni Schillaci precisa: “Se rileggo quello che si scriveva sui giornali sette anni fa o più, ritrovo le stesse cose che si dicono oggi. In questo decennio, anziché potenziare la sanità italiana, la si è definanziata, a parte la parentesi della pandemia, evento che non si verificava da cento anni e che ha portato risorse straordinarie ma per un periodo temporaneo. D'altra parte negli altri Paesi europei, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania, i rispettivi sistemi sanitari vengono descritti in crisi tanto quanto il nostro. E segno che non si tratta solo di una questione di risorse, ma di modelli organizzativi”.