Governo e Parlamento
Il Ssn rischia il crack. Le Regioni lanciano nuovo allarme al Governo: “Risorse per sanità insufficienti, sostenibilità bilanci a rischio e carenza personale crea quotidiani disservizi”
di Luciano Fassari“La sostenibilità economico-finanziaria dei bilanci sanitari è fortemente compromessa dall’insufficiente livello di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, dal mancato finanziamento di una quota rilevante delle spese sostenute per l’attuazione delle misure di contrasto alla pandemia da Covid-19 e per l’attuazione della campagna vaccinale, dal considerevole incremento dei costi energetici sostenuti delle strutture sanitarie e socio assistenziali, pubbliche e private accreditate, dal continuo aumento dei prezzi delle materie prime, dei materiali e dei servizi per effetto dell’andamento inflattivo”.
È quanto scrive il coordinatore della Commissione Salute delle Regioni, Raffaele Donini in una lettera inviata al Ministro della Salute, Orazio Schillaci e a quello dell’Economia, Giancarlo Giorgetti in cui rileva come nella riunione dello scorso 10 gennaio si sia registrata “da parte di tutte le Regioni e le Province Autonome l’estrema preoccupazione per la situazione drammatica in cui versano i Sistemi Sanitari Regionali sia per le rilevanti criticità delle Regioni a statuto ordinario che per le specifiche necessità delle Regioni a statuto speciale e Province Autonome”.
Ma non solo risorse uno dei problemi più gravi è quello del personale “le cui carenze hanno raggiunto un livello di criticità insostenibile e trasversale a molteplici settori e servizi sanitari, con conseguenti disservizi che sono, purtroppo, oggetto delle cronache quotidiane. Questa situazione, peraltro, nei prossimi anni è destinata a peggiorare per effetto del personale dipendente e convenzionato che andrà in quiescenza, la cui consistenza è decisamente superiore a quella delle risorse umane formate che potranno essere impiegate. Non di meno ci preoccupa la pericolosa disaffezione o “crisi di vocazione” che sta vivendo il personale afferente il Servizio Sanitario Nazionale in settori estremamente delicati, ma cruciali e strategici per la tenuta del Servizio Sanitario stesso, come quello legato all’emergenza. Riteniamo quindi necessario ed indifferibile programmare rapidamente un intervento straordinario e strategico, non di natura meramente emergenziale, in grado di proporre delle soluzioni, prontamente attuabili ed idonee ad affrontare nell’immediato la carenza di personale sanitario e la crisi finanziaria di cui, da ormai tre anni versano i Sistemi Sanitari Regionali”.
Il ragionamento delle Regioni è che il mix tra “l’insufficienza delle risorse disponibili, la carenza di personale, il continuo rincaro dei prezzi delle materie prime e dei consumi energetici rischiano molto seriamente di compromettere l’attuazione di importati riforme, a partire da quella dell’assistenza territoriale, nonché la possibilità di dare corso agli investimenti della Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che sono in corso di progettazione e che sono già stati presentati agli Enti Locali. Questa situazione determinerà conseguenze catastrofiche per il Servizio Sanitario pubblico che ha invece urgenza di rivedere i modelli organizzativi per rafforzare e sviluppare l’assistenza territoriale e anzitutto affrontando il grave problema della carenza di MMG, rinnovare e rendere più efficienti e sicure le strutture sanitarie, ospedaliere e territoriali, dare una soluzione al collasso delle strutture di emergenza urgenza, ammodernare il parco tecnologico e digitale”.
Tutti motivi per cui gli assessori chiedono ai Mef e Salute “con la massima urgenza consentita, un incontro politico in presenza”.
Luciano Fassari