Il presidente della Commissione Affari Sociali alla Camera,
Ugo Cappellacci, nell’auspicio di studiare, analizzare ed approfondire meglio i complessi temi che racchiudono il mondo della Sanità, porge ai giovani professionisti competenti del campo della Salute l’opportunità di uno stage di collaborazione per l’attività della Commissione che presiede.
Lo annuncia egli stesso sulla propria pagina Facebook: “La politica è un lavoro di squadra. E le migliori compagini sono quelle che sanno creare spazi per nuovi talenti. Questo invito è rivolto ai giovani professionisti nel campo della Sanità, animati da una sana passione politica e amore per il proprio territorio. Vorrei dare ad alcuni di voi la possibilità di uno stage di collaborazione per l’attività della Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera dei deputati, che ho l’onore di guidare. Inviatemi una e-mail con il vostro curriculum e la vostra presentazione all’indirizzo infougocappellacci@gmail.com.”
Da ex presidente della Regione Sardegna, Cappellacci nell’ultimo anno di governo aveva anch’egli iniziato a proporre un processo di riforma, che rimase però allo stato embrionale, progettuale, e che inizialmente prospettava una razionalizzazione delle Asl sarde, ma che non comprendeva l’accorpamento tra i territori. Lo aveva annunciato durante un vertice a Villa Devoto con gli amministratori della Gallura, nel mese di marzo 2013.
Il
progetto pensato dall’ex governatore prevedeva di creare 4 macroaree sanitarie, con la creazione di un'unica centrale di acquisto che avrebbe dovuto favorire il contenimento della spesa farmaceutica, nonché la riduzione della intera spesa per l’acquisto di beni e servizi. L'obiettivo era quello di migliorare i servizi, razionalizzare il sistema sanitario della Sardegna, eliminando i disservizi e aumentare la qualità dell'offerta.
Su come dovesse avvenire la razionalizzazione delle Asl non si fece più in tempo a discuterne, perché nei mesi successivi si andò verso la fine della legislatura. Ed il percorso sulla centrale unica di costo per tutte le ASL rimase un percorso di cui si iniziò comunque a parlare.
Elisabetta Caredda