Valorizzare la specificità del bisogno assistenziale del bambino/adolescente rispetto all'adulto, con l'opportunità di percorsi paralleli, ma organizzativamente e professionalmente separati dalla medicina generale.
Mantenere la capillare distribuzione sul territorio dei punti di accesso al pediatra di famiglia, stante la grande capacità attrattiva nei confronti dei pazienti, attestata dall'elevata percentuale di copertura anche oltre l'età di esclusiva.
Prendere atto della vocazione della pediatria di famiglia a considerare il bambino nella sua globalità con interventi sulla prevenzione delle patologie, sull’appropriata risoluzione delle malattie acute, sulla presa in carico delle problematiche relative alla cronicità.
Prevedere la disponibilità nelle ore diurne dei giorni feriali a farsi carico dell'intero impegno assistenziale in proprio o attraverso le attività delle ormai consolidate forme associative proprie della pediatria di famiglia.
Riservare l'assistenza nelle ore notturne per problematiche indifferibili al personale dei servizi di continuità assistenziale, opportunamente formato.
Affidare alle "unità funzionali di cure pediatriche distrettuali" del coordinamento della continuità assistenziale festiva e prefestiva, esclusivamente riferita alla patologia acuta, con il coinvolgimento di figure professionalmente competenti in pediatria territoriale, che non necessariamente siano identificate nei pediatra di famiglia ivi operanti.
Integrare i diversi livelli di cura, attraverso la condivisione di percorsi assistenziali che abbiano carattere di complementarietà, coinvolgendo i diversi comparti dell’area pediatrica.
Reperire le opportune risorse attraverso la rimodulazione del sistema organizzativo della pediatria ospedaliera.
Queste le proposte Sindacato medici pediatri di famiglia (Simpef) alla luce della riorganizzazione delle cure primarie definita dal cosiddetto ‘Decreto Balduzzi’. A presentarle, in occasione dell’inaugurazione a Baveno il 2° Congresso nazionale Simpef, il presidente del sindacato, Rinaldo Missaglia.
“Il sistema della pediatria di famiglia italiana – ha affermato Missaglia - è un valore per il nostro servizio sanitario, che le famiglie e i cittadini mostrano di apprezzare. Ben vengano l’integrazione e il coordinamento tra le attività svolte sul territorio dal pediatra di famiglia e dal medico di medicina generale, senza però confondere i ruoli che sono ben diversi tra loro, per professionalità, preparazione e competenze”.
“Sono sempre stato profondamente convinto della cruciale importanza del ruolo del pediatra di famiglia, ruolo che intendo tutelare con tutte le prerogative che ricopro garantendone la partecipazione con gli altri e con pari diritto ai tavoli di consultazione decisionale," ha dichiarato il senatore Antonio Tomassini, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato.
"Con l'iniziativa odierna - ha proseguito - Simpef dimostra il profondo senso dello Stato che lo anima, volendo approfondire tematiche sanitarie di grandissima attualità, piuttosto che ricorrere a corporative azioni di protesta come altri invece vanno facendo in un momento in cui, peraltro, è necessario senso di sacrificio e solidarietà per sviluppare una sanità migliore.”
Missaglia ha poi ricordato come all’indomani dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto, Simpef ne abbia pubblicamente in gran parte condiviso lo spirito, pur evidenziando alcune problematicità: “Siamo ben lieti dell’apertura del Ministro Balduzzi a recepire modifiche e suggerimenti che non stravolgano il provvedimento; il nostro punto di vista e le nostre proposte le abbiamo già formulate allo stesso Ministro a suo tempo e crediamo sia opportuno convocare da subito i tavoli di discussione per il rinnovo della convenzione nazionale, coinvolgendo tutte le componenti dell’area pediatrica, dal pediatra di famiglia all’ospedaliero, al fine di trovare il modo migliore per dare attuazione a questa riforma.”