La centralità della persona e la difesa del valore della vita. Questo il principio guida dell’agenda del Governo in materia di bioetica, in particolare in cinque ambiti su cui l’Esecutivo ha già agito e sui quali si concentrerà l’impegno dei prossimi mesi. Si tratta della vita umana al momento dell’inizio, della vita umana negli stati di massima disabilità, della vita umana quando è alla fine, dei problemi legati all’uso dell’umano come materiale biologico, e dei criteri etici della ricerca.
A presentare l’agenda del Governo in materia di bioetica (
vedi allegato a fondo pagina) sono stati oggi pomeriggio, a Palazzo Chigi, il ministro della Welfare Maurizio Sacconi, il ministro della Salute Ferruccio Fazio, e il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella.
In particolare Roccella, sottosegretario alla Salute con delega ai temi di bioetica, ha sottolineato l’impegno a far sì che “l’introduzione nuovi metodi abortivi come quello farmacologico non comportino lo smantellamento della prassi prevista dalla legge 194”. Ma la legge 194 non è solo interruzione di gravidanza, ha sottolineato il sottosegretario annunciando la volontà di proporre alle Regioni “un piano federale per la vita”. L’iniziativa, “in parte già intrapresa, a macchia di leopardo, in alcune Regioni”, si propone di “promuovere quanto previsto nella prima parte della legge 194. Vogliamo costruire una rete per la vita che sia in grado di prevenire il ricorso all’aborto e di tutelare la maternità accompagnando le donne in questa fase, soprattutto quelle in stato di difficoltà”.
Riguardo alla Procreazione medicalmente assistita, Roccella ha evidenziato come l’Italia sia tra i primi Paesi ad aver applicato la normativa europea sulla trasparenza, tracciabilità e sicurezza delle cellule e tessuti. “In Italia però – ha affermato il sottosegretario – c’è un problema di cattiva pubblicità sulla legge 40, che si traduce in un’erronea informazione alle coppie, che le spinge ad andare a cercare all’estero quello che potrebbero ottenere in Italia. La legge 40 è una buona legge, ma è cattiva la pubblicità che se ne fa”.
Il sottosegretario ha quindi annunciato l’impegno del Governo ad elaborare sistemi di confronto con i dati europei sulla PMA, anche verificando nel lungo termine le ricadute mediche (attraverso un attento follow up) e quelle sociali del sistema. “Alcuni Paesi – ha affermato Roccella - sono tornati indietro su alcune scelte proprio dopo aver verificato le negative conseguenze sociali delle loro normative sulla PMA”.
E ancora, lotta al traffico di ovociti, dietro cui “spesso si nasconde un mercato di compra-vendita soprattutto da parte delle donne dell’est o di donne in difficoltà economica”, ha affermato Roccella.
No alla no alla selezione genetica e a un diritto “diminuito” alla vita per le persone portatrici di qualche patologia o disabilità. “Vogliamo batterci contro le forme nascoste di razzismo e di discriminazione presenti nel mercato di gameti ed embrioni”, ha detto ancora il sottosegretario, affermando come la ricerca in questo campo si sia “rivelata fallimentare. La clonazione terapeutica – ha aggiunto Roccella - ha dato solo origine ad imbarazzo nella comunità scientifica e alla più grande truffa nel mondo dela scienza”. Il Governo incentiverà invece la ricerca sulle staminali, “che sta avendo buoni risultati”.
Insieme a Roccella, anche il ministro Fazio ha voluto confermare la scelta di aver evitato il diffondersi delle biobanche private e della conservazione per uso autologo. “Confermiamo invece una politica solidaristica sul sangue e sugli organi estendendola ai tessuti e alle cellule, in piano accordo con le associazioni di volontariato, con quelle dei familiari dei malati e con comunità scientifica”. La procedura autologa, ha affermato Roccella, “è inutile e dannosa, e come già accaduto in altri Paesi, rischia di innescare marketing e truffe”.
Fazio ha quindi sottolineato come “molto si è detto e si continua a dire sulle potenzialità delle cellule staminali, ma poche sono le conferme scientifiche sulla superiorità degli embrioni rispetto al sangue cordonale e alle cellule adulte”.
Quanto al fine vita, il ministro Sacconi ha ribadito il no categorico del Governo a qualsiasi processo eutanasico, sottolineando che “gli stati vegetativi persistenti non sono casi di fine vita né di accanimento terapeutico” e che per questi pazienti il Governo, di intesa con le Regioni, ha indirizzato una parte dei fondi disponibili per specifici progetti rivolti alla costituzione di unità per l’assistenza.
Per quanto concerne il biotestamento, Roccella ha spiegato che i ministeri competenti stanno elaborando una serie di risposte ai Comuni che “oggi si stanno organizzando in maniera più diversa ma senza offrire alcuna garanzia né del servizio né della tutela della privacy”. I biotestamenti compilati in Comune, ha affermato Sacconi, “non hanno alcun valore e non sono altro che azioni demagogiche”.
Altro punto, ricerca ed etica. “Siamo convinti – ha detto ancora Roccella – che la ricerca non si auto-regola. È nostro compito mettere a punto un codice etico sulla sperimentazione umana ad uso della ricerca scientifica”. Le sperimentazioni cliniche nel nostro Paese “vanno rilanciate”, ha affermato Fazio spiegando come lo scopo del ddl in materia presentato i Consiglio dei Ministri sia proprio questo. “Ma insieme all’incentivazione delle sperimentazioni e alla riforma comitati etici per lo snellimento burocratico delle attività, è necessario porre un forte impegno ad assicurare il controllo etico ed efficace delle sperimentazioni sugli essere umani, contro un uso dell’uomo come materiale biologico”.