“La Legge 40, sin dalla sua approvazione, si è dimostrata inadeguata a garantire i diritti delle coppie italiane, ponendo più limiti e divieti che opportunità e per questo è necessaria una riscrittura che adegui la normativa nazionale alle diverse sentenze emerse in questi anni dai tribunali italiani ed europei”. Questo dice, tra l’altro, la mozione presentata da Italia dei Valori, a prima firma Palagiano, Di Pietro, Donadi.
E per questo secondo gli esponenti dell’Idv è meglio “non presentare ricorso alla Grande Camera della Corte Europea contro la sentenza del 28 agosto scorso, al fine di tutelare i diritti delle coppie italiane che desiderano un figlio sano ricorrendo alla diagnosi preimpiantatoria dell'embrione, al pari di quanto previsto in moltissimi altri Paesi del mondo e ad assumere tutte le iniziative idonee a rispettare la sentenza di Strasburgo”
“Concedere la possibilità alle coppie italiane fertili, ma portatrici di gravi patologie, di accedere alle tecniche di fecondazione assistita e ricorrere alla diagnosi preimpiantatoria non significa parlare di eugenetica, non significa manipolare i geni per migliorare la razza, ne' scegliere l'aspetto che dovrà avere il nascituro, ma significa – conclude la mozione – garantire a tutte le coppie che lo desiderano di poter avere un figlio sano e di non fare ricorso all'aborto terapeutico”.