Forse qualcuno aveva pensato che fosse finita qui. Almeno per il momento. Invece arriverà molto presto una nuova tornata di liberalizzazioni. E anche questa volta non risparmieranno la sanità. Senza offrire dettagli, infatti, una nota di Palazzo Chigi diffusa al termine del Consiglio dei Ministri di ieri fa sapere che in questo campo “vanno coerentemente attuate quelle già avviate e ne devono essere promosse altre in altri settori. Occorre creare spazi nuovi per la crescita di autonome iniziative private, attualmente bloccate o rese interstiziali da una presenza pubblica invadente e spesso inefficiente (si pensi, a esempio, al settore postale; ai beni culturali e alla sanità)”.
Le liberalizzazioni, secondo il Governo, sono infatti essenziali affinché il Paese torni ad essere competitivo. E a questa finalità è stata dedicata l’intera riflessione della seduta di ieri del CdM. “Ciascun ministro – spiega la nota di Palazzo Chigi - è intervenuto contribuendo con idee, suggerimenti e proposte specifiche”. Quanto emerso nel corso della seduta si è trasformato, a fine giornata, in una “
Agenda del Governo. Obiettivo crescita”. E cioè, secondo la nota di Palazzo Chigi, “una strategia coerente di misure che, nei prossimi mesi, rafforzeranno e completeranno l’azione sin qui condotta per introdurre nel sistema economica italiano più efficienza, più produttività, più competitività”.
Questo, come accennato, si tradurrà per la sanità anzitutto in nuove liberalizzazioni. Ma non solo. Nell’agenda del Governo c’è anche “la piena digitalizzazione dei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione”, nell’ambito della quale “particolare attenzione verrà data all’operatività della carta d’identità elettronica e allo sviluppo della Sanità elettronica.
Nel breve termine, poi, il Governo si impegnerà a:
- riattivare il processo di definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza;
- definire, di concerto e con le Regioni, il Patto per la salute 2013-2015;
- impostare i criteri per il riparto del FSN 2013, sulla base dei costi standard previsti dalla disciplina sul federalismo fiscale;
- riformare la libera professione dei medici (intramoenia) e intervenire sul regime di tutela dal rischio clinico per il personale sanitario;
- migliorare l’accesso alle cure per i portatori di malattie rare;
- attuare il piano per la non autosufficienza e promuovere l’assistenza domiciliare per gli anziani.
In pratica, il Consiglio dei Ministri ha informalmente dato il via libera alle misure previste nel maxi decreto sulla sanità annunciato nei mesi scorsi dal ministro della Salute Renato Balduzzi, anche se l'esame dettagliato del testo è previsto nel prossimo Cdm del 31 agosto.
Ma quale è l’obiettivo del Governo? “La sfida – spiega la nota di Palazzo Chigi - è tutelare e valorizzare il Servizio sanitario nazionale, contenendone i costi anche attraverso la riduzione gli sprechi e intervenendo dove la qualità delle prestazioni erogate non è all’altezza. Con la spending review si è inciso soprattutto sulla dimensione dell’efficienza: con la riduzione dei posti letto, il provvedimento sulla prescrizione del principio attivo, i nuovi tetti e i regimi di scontistica sui farmaci e, soprattutto, con l’intervento sugli acquisti di beni non sanitari da parte di Asl e ospedali, per un ammontare complessivo di risparmi pari a 6,8 miliardi da qui al 2015. Altre misure importanti già adottate dal ministero, in collaborazione con le Regioni, sono l’introduzione dei nuovi modelli di rilevazione economica CE/SP delle aziende del Ssn e l’avvio della trasmissione telematica dei certificati di malattia”.
E ora si aspettano nuovi risultati dai nuovi interventi previsti nell’Agenda del Governo per la sanità.