Governo e Parlamento
Def 2022. Caparini (Regioni) in audizione: “Preoccupazione per costi energia e sanità”
Preoccupazione per il sottofinanziamento del comparto Regioni, la necessità della copertura degli oneri sanitari e sociali, di far fronte ai rincari energetici e di una gestione coordinata delle risorse del PNRR e dei fondi europei. Sono questi i temi affrontati da Davide Caparini, Assessore al Bilancio della Regione Lombardia e Coordinatore della Commissione Affari Finanziari della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, nel corso dell’audizione che si è tenuta oggi sul Def (Documento di Economia e Finanza 2022) con le commissioni Bilancio di Camera e Senato.
“Le Regioni – ha spiegato Caparini – vedono con preoccupazione l’aggravarsi della crisi energetica e la conseguente ripercussioni sulla crescita. Temi che il Governo si appresta ad affrontare con un Decreto-legge che avrà riflessi anche sui bilanci regionali. Basti pensare alla copertura dei maggiori oneri sanitari e sociali per l’assistenza dei profughi ucraini, all’aumento dei costi per gli investimenti previsti per il Pnrr di cui le Regioni sono soggetti attuatori, all’incremento delle spese correnti per gli enti strumentali delle Regioni, le aziende di trasporto pubblico locale. Occorre lanciare un allarme – ha sottolineato Caparini – per il fatto che non ci siano accenni al rifinanziamento delle cosiddette ‘politiche invariate’ che coprono una serie di spese a cui si dovrà dare corso per impegni internazionali o fattori legislativi, come il rifinanziamento di missioni internazionali e rinnovi contrattuali. Il DEF prefigura una revisione della spesa corrente con risparmi crescenti nel tempo con conseguenti possibili tagli che il comparto regioni non sarebbe in grado di sopportare”.
Rispetto al Pnrr Caparini ha ricordato che “le Regioni hanno più volte chiesto una leale collaborazione con il Governo per definire le priorità, le modalità di attuazione e per una gestione coordinata delle risorse del Piano con quelle previste dalla programmazione comunitaria 2021-2027. Abbiamo apprezzato la norma che rispetto a tale programmazione prevede l’utilizzo del Fondo Sviluppo e Coesione per ridurre la percentuale del cofinanziamento regionale anche per rispondere alla crisi economica, che dopo la pandemia e con gli effetti della situazione di guerra in ucraina si è aggravata, comportando anche la necessità di coprire le minori entrate e mantenere gli equilibri di bilancio.
Per quanto riguarda la sanità ricordiamo che la Legge di Bilancio 2021 chiede alle Regioni un contributo alla finanza pubblica per 200 milioni annui dal 2023 al 2025 e del Servizio Sanitario Nazionale a partire dal 2023 di 300 milioni annui. Inoltre non sono stati ancora riassorbiti, nonostante i parziali interventi di compensazione, i costi della gestione della pandemia Covid. L’incremento del fabbisogno sanitario – ha precisato Caparini - non permette margini per gestire l’equilibrio dei sistemi sanitari regionali già sotto stress. Occorre un adeguato sostegno finanziario per il potenziamento dell’assistenza territoriale previsto dalla Legge di Bilancio e va anche risolta l’annosa questione degli indennizzi dovuti alle persone danneggiate da trasfusioni, emoderivati o vaccinazioni.
Le Regioni rivendicano con orgoglio che il settore delle amministrazioni locali continua a presentare una situazione di pareggio di bilancio e un rapporto debito/pil contenuto, ma sottolineano che il fondo per l’esercizio delle funzioni delle Regioni, utilizzabile nel biennio 2020-2021 è già risultato incapiente per alcune Regioni nell’esercizio 2020 e non basta a coprire le minori entrate del 2021. A tutto ciò - ha concluso Caprini – va aggiunto che le previsioni di entrata 2022 non raggiungeranno i livelli pre-pandemia”.
Temi che sono stati ribaditi anche dal Vicepresidente della Regione Siciliana, Gaetano Armao (Coordinatore della Commissione Affari Europei della Conferenza delle Regioni e province autonome) che ha confermato come “non si sia realizzato ancora un ripianamento di quanto anticipato delle Regioni per l’emergenza Covid e per la copertura delle minori entrate. Fatti che stanno stressando i bilanci regionali”. Il Vicepresidente della Regione Siciliana ha poi sottolineato l’inadeguatezza della previsione del Def rispetto alla condizione di insularità. Il documento, infatti, si limita a richiamare il riconoscimento previsto in Costituzione, inserendo però quale unico intervento quello relativo alle isole minori, quando invece occorrerebbe un riferimento specifico alla condizione che riguarda circa 7 milioni di italiani che vivono nelle isole”.