12 aprile -
Con il Documento di economia e finanza (DEF) 2017, l’Italia è il primo paese dell’Unione europea e del G7 a includere nella propria programmazione economica – oltre al Prodotto interno lordo (PIL) - indicatori di benessere equo e sostenibile.
Infatti nel DEF sarà presentata in via sperimentale l’evoluzione passata e futura di quattro indicatori particolarmente significativi per la qualità della vita dei cittadini e della società nel suo complesso:
il reddito medio disponibile, un indice di diseguaglianza, il tasso di mancata partecipazione al lavoro e le emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti.
In linea di principio, il benessere trae vantaggio dall’aumento del prodotto interno lordo ma non coincide con esso.
La qualità e la sostenibilità dell’ambiente, le diseguaglianze economiche, la qualità del lavoro, la salute ed il livello di istruzione della popolazione sono alcune delle dimensioni che concorrono al benessere di una società.
Come auspicato da esperti di varie discipline (particolarmente noto è il lavoro della Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi) e da diverse organizzazioni internazionali (Nazioni Unite, OCSE e Commissione europea), è tempo che la politica economica superi l’approccio alla programmazione basato esclusivamente sul PIL e assuma impegni programmatici per migliorare ambiti più specifici della qualità della vita dei cittadini.
Con l’obiettivo di rispondere a tale esigenza, nel 2016 il Parlamento ha approvato a larga maggioranza l’inserimento degli indicatori di benessere equo e sostenibile nella programmazione economica.
La legge 163 del 2016 impegna il Governo a monitorare l’evoluzione di diverse dimensioni del benessere equo e sostenibile (BES) nell’ultimo triennio e a prevederne la dinamica per il triennio futuro a politiche invariate nonché alla luce delle scelte programmatiche.
Prevede quindi l’inserimento degli indicatori del BES nel ciclo di bilancio, una volta che questi siano stati selezionati dal
Comitato per gli indicatori del benessere equo e sostenibile e sentite le commissioni parlamentari competenti. In attesa della selezione definitiva, il Governo ha scelto di anticipare in via sperimentale già dal DEF 2017 l’inserimento di un primo gruppo di indicatori nel processo di bilancio: il reddito medio disponibile, un indice di diseguaglianza, il tasso di mancata partecipazione al lavoro e le emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti. Per ciascuno dei quattro indicatori, anticipando quanto previsto dalla riforma, il DEF 2017 illustra l’andamento del triennio passato, quello prevedibile secondo uno scenario a politiche vigenti e uno scenario che include le scelte programmatiche.
Con l’obiettivo di dare maggiore visibilità a tale esercizio, anziché trattarlo esclusivamente in allegato, come previsto dalla legge, si è scelto di inserirlo anche all’inizio del Documento di economia e finanza.
Fonte: Mef