13 gennaio -
La notizia della firma del presidente del Consiglio sul Dpcm che contiene i nuovi Lea e i nuovi nomenclatori per la specialistica e le protesi è indubbiamente una buona cosa.
Se non altro per il fatto che dopo quindici anni il Ssn ha un suo ‘paniere’ aggiornato che tiene in debito conto dei nuovi bisogni di salute di una popolazione sempre più anziana e sempre più affetta da malattie croniche spesso multiple.
Tutto bene, quindi? Non del tutto. Il problema resta la copertura finanziaria del provvedimento sulla quale giustamente le Regioni hanno sollevato forti dubbi, del resto avvalorati anche dal dossier elaborato in occasione dell’esame parlamentare
da parte del Servizio Bilancio del Senato.
Dubbi che, vale la pena sottolineare, riguardano molti aspetti del provvedimento: dai costi del nuovo piano vaccini all'erogazione di dispositivi medici monouso, dall'assistenza specialistica ambulatoriale a quella protesica, fino all'assistenza ospedaliera e alle cure palliative domiciliari.
Il servizio Bilancio del Senato sottolinea poi come la relazione tecnica al provvedimento individui risparmi senza esplicitare il procedimento e gli elementi sottostanti la relativa stima, indicando soltanto i parametri qualitativi utilizzati. In altre parole, il rischio palese è quei risparmi restino solo sulla carta.
Insomma rilievi non da poco e sui quali finora la risposta del Governo è stata tanto secca quanto poco convincente: “I soldi ci sono e basteranno”. Vedremo. Ma non vorrei che ancora una volta, come già accaduto per molti provvedimenti della sanità, si sia voluto fare le nozze con i fichi secchi e che i nuovi Lea restino l’ennesimo libro dei sogni.
Andrea Mandelli
Vice presidente Commissione Bilancio del Senato (Forza Italia)