13 gennaio -
“Troppi anni di rimpallo tra Ministero Salute, Mef e Regioni hanno ritardato la pubblicazione dei nuovi LEA. Oggi finalmente arriva la firma del premier Gentiloni. Ma non è sciolto il nodo della scelta politica delle risorse. Annunciare che una serie di prestazioni innovative saranno garantite senza adeguati finanziamenti, rischia di diventare un boomerang per il Ssn. La revisione dei Lea era prevista da un Patto per Salute che aveva concordato la necessità di 115,444 miliardi per il fondo sanitario 2016. Siamo invece a 111 miliardi. Con una mano si offrono 771,88 milioni per finanziare, sulla carta, più prestazioni, con l’altra mano si tolgono le risorse già programmate, ben più alte. Il Governo nel Def ha programmato una matematica riduzione della percentuale dei fondi da destinare alla sanità, fino a scendere nel 2019 al 6,5%, soglia al di sotto della quale siamo alla riduzione dell'aspettativa di vita.
Si pone quindi oggi il problema della reale esigibilità dei nuovi Lea. A partire dalla definizione del fabbisogno del personale, dalla fine del blocco delle assunzioni, da una vera risposta al precariato e dal rinnovo contrattuale, innovativo e con le giuste risorse. Per non affrontare il tema delle diseguaglianze regionali. Non vorremmo che questa firma avvenga quando i buoi dalla stalla sono già scappati”. Questo il commento di
Mauro Mazzoni, Coordinatore FASSID, alla notizia twittata dalla Lorenzin della firma del premier Gentiloni sui nuovi LEA.