7 giugno -
“Presto avremo la tessera sanitaria per i migranti che sarà un punto fondamentale per migliorare l’intero sistema di accoglienza del nostro Paese. Il ministro Lorenzin ci ha garantito che i tempi saranno brevi per l’introduzione di uno strumento che garantisce maggiore sicurezza a chi arriva in Italia e anche ai nostri cittadini”. E’ quanto dichiarato da Federico Gelli, presidente della Commissione d’inchiesta sui migranti e responsabile sanità Pd al termine dell’audizione oggi in commissione del ministro alla salute, Beatrice Lorenzin.
"Con il ministro – ha spiegato Gelli – abbiamo affrontato come la Commissione intende lavorare nei prossimi mesi per velocizzare l’entrata in vigore di strumenti come la tessera sanitaria e la cartella sanitaria, alla base del sistema di tutela della salute dei migranti e della popolazione residente, che rappresenta uno dei filoni d’inchiesta del nostro operato. L’introduzione di questi strumenti aiuterà a istituire un servizio sanitario adeguato per i migranti e risolverà l’annoso problema dell’iscrizione del migrante al servizio sanitario nazionale anche connesso alle difficoltà di iscrizione all’anagrafe. Inoltre, come concordato con il ministro, serve intervenire rapidamente sull’assenza di tracciabilità e della conservazione dei diversi screening sanitari e degli esami strumentali a cui si sottopone il migrante durante il percorso di accoglienza. La mancanza di un data base vero e proprio, oltre a rappresentare spreco di denaro pubblico, rafforza il rischio di perdere traccia di eventuali patologie e di conseguenza di ritardare le adeguate risposte sanitarie."
"La Commissione d’inchiesta – ha proseguito Gelli -, in occasione delle numerose missioni svolte, ha sempre avuto colloqui e contatti diretti con gli operatori sanitari “di prima linea”, impegnati nei centri di accoglienza o addirittura nei luoghi di sbarco, rilevandone l’impegno e la competenza, ma anche le criticità di un sistema organizzativo che richiede di essere messo a regime in tempi rapidi. Abbiamo appreso con favore l’imminente attivazione del progetto PASSIM per eseguire accertamenti sanitari già nella fase antecedente allo sbarco, a bordo delle navi della Marina Militare, della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza italiane, strumento essenziale per rafforzare le misure e gli interventi di tutela della salute, anche contro il rischio di importazione di malattie infettive e diffusive. Occorre tuttavia lavorare ancora sul fronte più delicato, che è quello di assicurare alla popolazione immigrata un pieno diritto di accesso alle cure e a cominciare dall’iscrizione obbligatoria al servizio sanitario nazionale che – come ammesso dalla stessa responsabile del dicastero – non avviene in modo uniforme sul territorio nazionale a causa dei diversi orientamenti assunti dalle Regioni".
7 giugno 2016
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