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QS Edizioni - martedì 2 luglio 2024

Lo studio Astrid: “Fino a che non ci sarà una nuova governance sarà difficile rinunciare ai tetti, anche se insoddisfacenti. Ma nell’attesa qualcosa si può fare”

17 marzo - “Finché non abbiamo una nuova governance è difficile rinunciare del tutto ai tetti, anche se sono strumenti insoddisfacenti”. È quanto si legge nelle slides di presentazione del volume della Fondazione Astrid ‘Investire e Crescere in Italia: il Ruolo dell'Industria del Farmaco’ presentato ieri in cui si evidenzia come “nel dibattito sono comparse alcune opzioni: tetto unico («A» + «H»), eliminazione del tetto «H» e accorpamento indistinto nella spesa ospedaliera, creazione di Fondi ad hoc per categorie di farmaci con esclusione dal PB (come il Fondo «innovativi» 2015-2016)”.
 
Tutte soluzioni secondo la ricerca che però “tendono a creare delle «zone di salvaguardia» (anche utili a risolvere urgenze come nel caso dell’epatite C), ma che eludono il problema di fondo della sproporzione tra costi e risorse disponibili”.
 
Ma ciò non vuol dire che non si può fare niente. “In attesa del nuovo – evidenziano gli esperti - per ridurre le proporzioni del Payback occorre: Efficientamento della distribuzione in fascia «A»; Riorganizzazione del procurement ospedaliero (anche al di là dei farmaci); Maggiore concorrenza di prezzo tra prodotti equivalenti off-patent, Eliminazione dei costi connessi ai Comitati che presiedono i Prontuari locali [Tavolo presso l’Aifa]; Eliminazione dei costi amministrativi connessi alla proliferazioni dei Comitati etici”.
 
Inoltre secondo lo studio “le risorse liberate vanno dedicate all’innovazione”.
 
Per quanto riguarda l’industria e la ricerca la “mappatura dei poli di ricerca clinica in Italia mostra un panorama frastagliato e vitale, con pluralità di studi multicentrici internazionali e con finanziamenti internazionali”. “Il Ssn universale – rilevano gli esperti - ha favorito il fiorire di studi clinici, mettendo a disposizione ampia casistica”.
 
Tra i punti di forza sono segnalate le Fasi I e II dell’oncologia, le malattie neurodegenerative, le infezioni microbiche e le parassitarie.
 
Le sfide che abbiamo davanti secondo la ricerca vanno dal saper selezionare i punti di forza, alla costruzione di una visione di sviluppo industriale innovativo a lungo termine. Ma fondamentale sarà pure riuscire “valorizzare i progetti con reti imprese-ospedali-università e il capitale umano e il patrimonio informativo del Ssn”
 
Il problema più urgente e più complesso in ogni caso “è come migliorare la governance annuale deputata a ricreare coerenza tra programma di spesa e  spesa effettiva
Riguarda la spesa «H», dove il tetto del 3,5% del Fsn presenta sforamenti superiori al miliardo/anno (il PB), e dove “sbarcheranno” nei prossimi anni farmaci a elevato valore curativo (salvavita) ma anche ad alto costo” È un problema comune a tutti i Paesi (tema della campagna elettorale Us, per fare un esempio)”.
 
Il futuro in questo senso è value-based pricing o adaptive reimbursement, nelle declinazioni del risk-sharing, cost-sharing, payment-by-result, cost cap, capitated contract, etc.. Permette di collegare il costo per il Ssn al valore effettivamente dimostrato nei cicli terapeutici (anche a livello del singolo trattamento). Può essere allargato per considerare i costi evitati in termini di altre prestazioni. Ha bisogno di massima trasparenza nell’informazione e nei processi decisionali”. 
17 marzo 2016
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