28 gennaio -
“Quella sulla responsabilità professionale del personale sanitario approvata oggi dalla Camera, è una legge attesa da oltre un decennio. Essa rimette al centro il rapporto di fiducia fra il paziente, il personale sanitario e le strutture nel loro complesso”. Lo afferma la Deputata del Partito Democratico
Ileana Piazzoni.
“Il provvedimento – spiega - ha la funzione di riequilibrare un sistema caratterizzato, al giorno d’oggi, da un lato da un contenzioso imponente, in molti casi basato su richieste di risarcimento per errori 'presunti', e dall'altro da incertezza sui tempi per la corresponsione del giusto risarcimento al paziente danneggiato. Con le norme approvate oggi, il nostro Paese si riallinea al contesto europeo, garantendo e tutelando i professionisti della sanità e assicurando, nel contempo, ai pazienti la possibilità di un giusto e celere risarcimento per danni subiti, aumentando la responsabilità delle aziende sanitarie”.
“La nuova legge – continua la deputata democratica – rafforza la tutela del paziente danneggiato ampliando la responsabilità delle aziende, con onere della prova a loro carico e obbligo per queste ultime di stipulare polizza assicurativa. È prevista inoltre la possibilità di azione diretta contro le assicurazioni, mentre i medici e il personale sanitario risponderanno penalmente per dolo e colpa grave qualora si attengano alle buone pratiche cliniche e alle linee guida. Una legge equilibrata, che non fa sconti dunque al medico che si macchia di dolo o colpa grave ma che prevede, giustamente, che chi denuncia un danno abbia motivazioni e prove adeguate. Un testo che produrrà benefici anche in termini di salute, potendo i pazienti relazionarsi a un personale medico che lavorerà con la professionalità che caratterizza tutto il nostro sistema sanitario, ma senza più i condizionamenti limitanti della medicina difensiva”.
“La legge, approvata a larga maggioranza anche grazie al grande lavoro del relatore Federico Gelli, passa adesso al Senato, ma con il voto odierno si è compiuto un passo decisivo per porre fine a incertezze e speculazioni che spesso hanno prodotto medicina difensiva, spese inappropriate e aperto un varco, oggi non più incolmabile, fra professionisti della sanità e pazienti”, conclude.