28 gennaio -
“Con la Legge sulla responsabilità professionale del personale sanitario rimettiamo al centro la salute. E’ una legge equilibrata, che non favorisce nessun potere forte: né le assicurazioni, né le tante categorie professionali, le società scientifiche o le aziende ospedaliere. Tutti gli esercenti le professioni sanitarie sono più tutelati: dai medici agli infermieri ai manager. Ma soprattutto i cittadini, che possono essere risarciti in caso di errore o colpa grave in tempi certi e con modalità semplici”. Lo ha detto il presidente della Commissione Affari Sociali della Camera e deputato del gruppo “Democrazia Solidale-Centro Democratico”,
Mario Marazziti.
“E’ un provvedimento atteso da molte legislature: chi sostiene che sia sbilanciato a favore dei professionisti o di altre categorie – ha sottolineato Marazziti - è lontano dalla realtà. Qui si ricostruisce un nuovo equilibrio, un nuovo rapporto tra medico e paziente, ma soprattutto, un quadro di maggiori certezze e rispetto dei diritti dei cittadini. Più tranquillità per i medici, più certezza per i cittadini: se qualcosa va male, i cittadini possono e debbono avere la garanzia di un risarcimento e vedere i propri diritti riconosciuti in maniera semplice. Più responsabilità, ma anche più certezze per il sistema sanitario nazionale, per le aziende sanitarie pubbliche e private, meno medicina e protezione ‘fai da te’. Un sistema di protezione e assicurazione per tutti gli esercenti la protezione sanitaria, calmierato, all'interno di un patto sociale previsto in questo disegno di legge, e quindi più diritti per i cittadini comuni, perché più tutelati. La medicina difensiva - ha concluso - verrà progressivamente svuotata anche grazie a questa legge”.
“Quanto agli sprechi in Sanità – ha concluso Marazziti - occorre conoscerli per ridurli. Il Ceis ci dice che in alcune regioni si può arrivare a ricoveri potenzialmente inappropriati in ospedale. il Csgp, nella sua ricerca empirica tra i medici italiani, sulla base di loro dichiarazioni, dichiara all’82,8 per cento di avere inserito in cartella clinica annotazioni evitabili, il 69,8 ha affermato di avere proposto un ricovero ospedaliero anche se trattabile ambulatorialmente, il 58,6 ha dichiarato di avere ricorso alla consultazione non necessaria di altri specialisti e la metà ha dichiarato di avere prescritto farmaci non tutti necessari. O più esami diagnostici. Le radiografie prescritte in un anno in Italia sono oltre 40 milioni”.