10 dicembre -
“Sono d'accordo con Fini quando afferma che non ci sarebbe stato bisogno di una legge sul fine vita: a garantire il diritto a scegliere ed eventualmente rifiutare le cure bastava l'articolo 32 della Costituzione”.Ad affermarlo è il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, commentando le parole pronunciate oggi dal presidente della Camera, Gianfranco Fini. Roccella osserva però come la situazione sia “cambiata con la sentenza Englaro, la cui invasività è stata sottolineata da un conflitto di competenze sollevato dal Senato. Il rischio che il potere legislativo del Parlamento sia scavalcato da sentenze ‘creative’ della magistratura dovrebbe inquietare un presidente della Camera sempre così attento alle prerogative parlamentari; basta considerare – osserva il sottosegretario alla Salute - quanto avvenuto in altri Paesi, per esempio in Olanda, dove si è arrivati a una legge esplicitamente eutanasica attraverso una serie di pronunce dei tribunali”.
Roccella ricorda quindi che “è stato del resto lo stesso presidente Fini, il giorno in cui è morta Eluana Englaro, a chiedere che si sospendessero le votazioni in corso al Senato sulla legge che garantiva il diritto di tutti a idratazione e alimentazione, spingendo invece perché il Parlamento facesse una legge più ampia sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. Se le sue dichiarazioni di oggi devono essere interpretate come una volontà di ostacolare la legge nelle ultime fasi di approvazione parlamentare – conclude il sottosegreatario -, è evidente che Fini ha nuovamente cambiato idea; in questo caso sarebbe bene sapere cosa ne pensano Casini e Rutelli, suoi possibili compagni di strada”.