13 gennaio -
“Serve uno shock liberale e di innovazione nella formazione dei medici di domani. Cambiare il sistema dei test d’ingresso a medicina è fondamentale non solo per superare la logica da Trivial Pursuit nella selezione degli studenti, ma anche per spezzare con chiarezza la spirale di ricorsi e sentenze al Tar che tra luglio e ottobre ha ammesso con riserva oltre 5mila nuove matricole, creando situazioni difficili da gestire per gli atenei. Anche sulle scuole di specializzazione è necessario un intervento di sistema e di lungo periodo, capace di soddisfare le esigenze di oltre settemila laureati all’anno e dei milioni di cittadini italiani che vedranno andare in pensione da qui al 2023 circa 100mila medici". Così il presidente della Commissione Affari Sociali,
Pierpaolo Vargiu, ha commentato l'audizione del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini.
"Bisogna verificare poi se la programmazione del numero dei medici di domani viene predisposto rispetto alla capacità di formazione delle università o rispetto alle esigenze del Ssn. Oggi vengono formati meno medici di quelli che vengono assorbiti, il ministro ha parlato di circa 8.200 medici specialisti. E questa programmazione garantisce sul territorio la presenza dei medici che servono? Attualmente ne entrano nelle scuole di specializzazione circa 6mila (2mila in meno) - ha concluso Vargiu -. I giovani medici attendono risposte e con loro il futuro della salute e della sanità italiana”.