6 agosto -
“L'impressione è che il ministro Lorenzin voglia andare per le lunghe e mettere nuovi ostacoli alla sentenza della Corte costituzionale sull’eterologa. Il decreto del ministro non serve a niente, bastava semplicemente emanare le linee guida visto che le ultime risalgono al 2008, così come è stato fatto dalla Regione Toscana”.
Questa la riposta che la deputata Marisa Nicchi, capogruppo Sel in Commissione Affari Sociali, da all’annuncio di Lorenzin che si dice pronta a partire per metà settembre con l’eterolgoa nelle strutture pubbliche. Nicchi motiva così il suo no al decreto della ministra: “Nel parere espresso dalla Corte costituzionale è scritto a chiare lettere: non c'è vuoto normativo. Ci sono già tutti i riferimenti per procedere, tra cui quelli che escludono ogni legame giuridico tra donatore e nascituro e la garanzia dell'anonimato. Il ministro Lorenzin non avrebbe dovuto stravolgerli”.
La previsione della deputata di Sel è che “adesso il decreto dovrà essere discusso in Parlamento, e quindi si scatenerà un ulteriore dibattito ideologico sul tema e le coppie che ricorreranno nei prossimi mesi all'eterologa vivranno un aggravato clima di tensione, oltre al fatto che dovranno ricorrere al trattamento con norme vecchie di 6 anni”.