30 luglio -
“Concedere la riconoscibilità dei donatori dei gameti, anche affidando al Parlamento la questione della conoscenza delle origini da parte del nato, come ha detto il ministro Lorenzin, significa affossarla, come è avvenuto in Svezia”. Ad affermarlo in una nota è la senatrice del partito democratico Laura Puppato che chiede di fare chiarezza. “Ora basta con le ipocrisie: se qualcuno intende in realtà ostacolare l'applicazione del diritto di accedere all'eterologa, ormai sancito dalla Corte costituzionale lo dica chiaramente e confrontiamoci a viso aperto”.
Chi dona i propri gameti, prosegue Puppato, “compie un gesto altruistico che non può trasformarsi in un danno. È necessario dunque l'anonimato. Concedere la riconoscibilità del donatore, con la possibilità che il figlio rintracci il genitore biologico può diventare il cavallo di Troia attraverso il quale rendere di fatto impossibile l'eterologa nel nostro Paese, per mancanza di gameti disponibili. L'Italia è agli ultimi posti in Europa per il riconoscimento dei diritti civili. Non abbiamo leggi sulle unioni civili e sul testamento biologico e, dopo l'entrata in vigore della pessima legge 40, siamo rimasti l'ultima nazione in cui non si consente la fecondazione assistita eterologa”.
Dopo la sentenza della Corte, conclude la senatrice del Pd “che peraltro è immediatamente applicabile e non ha creato un vuoto normativo vogliamo recuperare, oppure no?”.