20 aprile -
Dopo due giorni difficili, oggi la svolta per l’elezione del presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano, accerchiato dai partiti che gli hanno chiesto la disponibilità ad essere rieletto, ha fatto sapere che scioglierà la sua riserva a ridosso della ripresa delle votazioni, quindi prima alle 15.
La cronaca della mattinata. Poco prima delle undici, l’Ansa ha diffuso la notizia che il segretario dimissionario del Pd, Bersani, era salito al Quirinale per chiedere a Napolitano, è l’ipotesi più accreditata, di prendere in mano la situazione vista la fase di drammatico stallo in cui sono finite le forze politiche che da due giorni non riescono a trovare un nome per la presidenza della repubblica su cui far convogliare la maggioranza dei voti, neanche quella semplice.
Mezz’ora più tardi anche Berlusconi percorreva la stessa strada per salire verso il Colle. Neanche un’ora dopo il Pd ufficializzava di aver chiesto al Capo dello Stato di restare in carica. Rendere nota una cosa del genere da parte del Partito democratico significa che nel corso del colloquio con Bersani, Napolitano non ha chiuso all’eventualità di una sua riconferma.
La partita a questo punto si è spostata passando da Montecitorio, dove è andato avanti stancamente il quinto scrutinio, con Pd, Scelta Civica e Lega che hanno votato scheda bianca e il Pdl che ha replicato la scelta di ieri di non partecipare al voto, al Quirinale dove è in corso un “accerchiamento” da parte delle forze politiche verso il Capo dello Stato.
Accerchiamento a cui si sono aggiunti, dopo le forze politiche, anche alcuni presidenti regionali, grandi elettori di diversi schieramenti politici: tra questi il governatore della Toscana del Pd, Enrico Rossi e i leghisti Maroni (Lombardia), Cota (Piemonte) e Zaia (Veneto).
È evidente che questa volta però sul Capo dello Stato, qualora sciolga le riserve e dia la sua disponibilità, non si possano fare i giochi a cui abbiamo assistito in questi giorni perché il nome è di peso, l’uomo è di statura e la cautela dunque è d’obbligo.
Per il resto la cronaca del quinto scrutinio per eleggere il Capo dello Stato ha visto Rodotà raccogliere intorno al suo nome 210 voti, le schede bianche sono state 444 e le nulle18.
L’altra candidata “ufficiale” Cancellieri non ha avuto voti in quanto Scelta Civica, per bocca di Mario Monti, ha fatto sapere di aver scelto per il quinto scrutinio di votare scheda bianca per favorire un rasserenamento del clima, mantenendo comunque la volontà di far convergere sulla Cancellieri la scelta degli altri partiti.