29 marzo -
Dare “ascolto vero al risultato elettorale”, coinvolgere tutti i partiti nella“Convenzione per la Costituente” per fare le riforme, dare al Paese “un governo centrato su alcuni obiettivi quali l’economia, l’emergenza sociale e la moralizzazione della vita pubblica”. Questi i concetti portati dal vice di Bersani, Enrico Letta, insieme ai capigruppo del Pd di Senato e Camera, rispettivamente Luigi Zanda e Roberto Speranza. Però gli scontri duri tra le forze politiche rendono “non idoneo un governissimo”. Questo è in sintesi quanto riferito da Letta dopo l’ultimo
colloquio con il Capo dello Stato.
“Al presidente della repubblica – ha riferito – abbiamo consegnato le nostre valutazioni sulla settimana di consultazioni che il presidente incaricato ha svolto. Come partito democratico abbiamo deciso di partire in questa gestione della difficilissima crisi da un ascolto vero del risultato elettorale. Un risultato elettorale dagli esiti clamorosi. Questo ascolto vero ci ha portato ad un esito che non fosse tradizionale. Un esito politicista, un esito che si rinchiudeva in vecchi schemi. Ecco perché abbiamo cercato il coinvolgimento di tutti attraverso la scelta di una Convenzione per la Costituente. Lì dentro fare la riforma della politica che è resa necessaria da un risultato che è stato così clamoroso. L’assenza di credibilità della politica e delle istituzioni in questa fase ha sicuramente portato gran parte di quell’esito elettorale. Il coinvolgimento di tutti dentro un percorso di riforme costituzionali a partire dalla nascita del Senato delle regioni, quindi la fine del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari, delle province e conseguentemente poi anche una nuova legge elettorale, perché votare un’altra volta con questa legge elettorale è un’idea profondamente sbagliata. Quello era, ed e tuttora la Convenzione Costituente, il luogo nel quale deve avvenire la legittimazione delle forze politiche, la legittimazione reciproca di tutte le forze politiche perché il risultato elettorale questo impone e oltretutto le riforme costituzionali si devono fare a maggioranza larga. Troppi errori sono stati fatti durante gli anni scorsi facendo riforme costituzionali invece a maggioranza ridotta”.
“Contestualmente per far partire questo processo abbiamo proposto un governo centrato su alcuni obiettivi centrati sull’economia, sull’emergenza sociale e della moralizzazione della vita pubblica. Un governo per avviare la legislatura sapendo che le aspre contrapposizioni, che lo scontro tra forze politiche, che il presidente della repubblica nell’affidare l’incarico a Bersani ha sottolineato e che hanno avuto un momento ancora più duro alla fine della scorsa legislatura rendono a nostro avviso non idoneo un governissimo tra le forze politiche tradizionali. Non sarebbe questa la scelta per parlare alla richiesta di cambiamento che è venuta dal Paese. I troppi no che abbiamo ascoltato in questi giorni ai quali aggiungo i no che questa mattina sono stati qui espressi: i no ad un governo istituzionale, ad un governo del presidente oltre ai no che abbiamo ascoltato anche nelle consultazioni attorno all’ipotesi, al progetto, sul quale Pier Luigi Bersani ha consultato le forze sociali e le forze politiche rischiano di negare la possibilità che il cambiamento possa avvenire sia nelle istituzioni che nella politica del nostro Pese, sia nell’economia e nella società. È quindi con rammarico che abbiamo ascoltato questi no e al presidente della repubblica abbiamo espresso fiducia piena nei suoi confronti, profonda gratitudine e fiducia piena dicendo al presidente della repubblica che non mancherà il nostro supporto responsabile alle decisioni che lui in queste ore prenderà. Grazie. Buonasera”.