21 marzo -
“Alla fine il Governo ha deciso di rinviare la data di chiusura degli OPG: leggeremo il testo definitivo del decreto per esprimere una valutazione compiuta”. Così in una nota Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice, Denise Amerini che sottolineano come stopOPG avesse denunciato il pericolo di soluzioni improvvisate, di fronte al ritardo nell’attuazione delle norme sul superamento degli OPG (magari miniOPG affidati a cliniche private) e dichiarato come inaccettabile un rinvio senza vincoli e precisi impegni per chiuderli davvero:
1) dare priorità alle misure di sicurezza alternative all'Opg, con dimissioni per tutte le persone internate in “proroga” (la regola deve essere la dimissione a fine misura, non la proroga dell’internamento)
2) Un’unica authority Stato Regioni per seguire e promuovere il processo di chiusura degli OPG e commissariamento per le regioni inadempienti.
“Perché il problema – scrivono i tre rappresentanti dell’associazione - non è il ritardo nell’apertura dei "miniOPG regionali", le strutture speciali previsti dalla legge 9/2012 al posto degli attuali sei Opg, dacché StopOpg chiede di non farli ma di usare invece il budget previsto per chiudere gli OPG per potenziare i servizi di salute mentale delle ASL. L’alternativa agli OPG non poteva e non può essere quella dei manicomi regionali”.
“Per abolire definitivamente gli OPG, terribili residui della logica manicomiale che prevede un trattamento speciale per i “folli autori di reato” – concludono - occorre cambiare il codice penale. Ma intanto oggi si possono superare gli Opg, scongiurare l'apertura al loro posto dei manicomi regionali (miniOpg), e cosi tornare allo “spirito originale” della “Riforma Basaglia”, la legge 180, che, chiudendo i manicomi, restituì dignità e cittadinanza alle persone malate di mente”.